RICERCHE CONCLUSE

 Ricerche in ambito pedagogia dell’infanzia e educazione al pensiero complesso

  • “Genitorialità e professionisti dell’educazione nell’era digitale”

Lo studio si colloca all’interno di un percorso di ricerca-formazione pluriennale che esplora abitudini, rappresentazioni, opportunità e timori percepiti, bisogni dei genitori e dei professionisti dell’educazione sul tema dell’uso della tecnologia digitale da parte di bambini/e in fascia 3-6 anni, con l’obiettivo di stimolare un approccio critico e riflessivo al tema. 

  • Progetto di ricerca FarFilò, Filosofia e Pedagogia con i bambini (2017-2019)

Il progetto è risultato vincitore del bando competitivo Alma Idea dell’Università di Bologna.

FarFilò (il nome si rifà alla tradizione popolare contadina delle riflessioni tra donne durante la filatura) è un progetto interdisciplinare che coinvolge filosofia e pedagogia nato per elaborare una proposta educativa in cui la filosofia è declinata per l’infanzia. Un gruppo di dottorandi, assegnisti, ricercatori e professori dell'Università di Bologna che fanno ricerca in filosofia e pedagogia ha avviato il progetto a gennaio 2017. Il progetto ha vinto un finanziamento all'interno del Programma competitivo Alma Idea per il supporto alla ricerca di base. L'obiettivo del programma è quello di supportare idee innovative che evidenzino potenzialità a lungo termine, in particolare con riferimento alla possibilità di accedere a ulteriori finanziamenti nell’ambito di programmi competitivi.

Il progetto indaga le diverse condizioni di infanzia a partire dai “suoi” corpi, cercando di costruire una fenomenologia delle “immagini” attraverso cui essi abitano i contesti della post-modernità. A partire dai loro corpi per accendere i riflettori sul rischio di una reale scomparsa della loro infanzia e per denunciare l'urgenza, per la nostra società, di una assunzione di responsabilità volta ad arginare questo rischio.
www.corpibambini.wordpress.com

Il progetto di ricerca prevede di utilizzare un'ottica di sistema, ponendo il bambino al centro della rete di relazioni tra educatori/insegnanti, genitori (padri, madri, nonni), coordinatori pedagogici ed altre figure di sistema. Il tema dell'autonomia e della responsabilità reciproca rispetto al progetto educativo che coinvolge l'alunno sarà approfondito considerando gli aspetti della professione (educatori/insegnanti),  della genitorialità (padri/madri/nonni),  delle priorità individuate da entrambi, della organizzazione istituzionale dei contesti educativi. Saranno altresì prese in considerazione le culture che caratterizzano i contesti educativi indagati e le rappresentazioni che emergono da queste reti relazionali e dai rapporti di cura e di aiuto.

Per monitorare questi aspetti legati alla vita scolastica, nel 2008 è stata realizzata un’indagine sul campo che ha coinvolto insegnanti di scuole dell’infanzia, scuole primarie, scuole secondarie di primo grado della Provincia di Bologna che hanno in classe un/a bambino/a affetti da Mec. Le rilevazioni effettuate tramite interviste semi strutturate hanno avuto i seguenti obiettivi: verificare l’esistenza di rappresentazioni “distorte” delle patologie ed eventuali pregiudizi esistenti; analizzare il processo informativo attraverso cui i docenti conoscono la situazione del bambino e vengono informati sulle Mec; rilevare i nodi problematici e punti di forza, che qualificano negativamente o positivamente le relazione scuola-famiglia; monitorare l’esistenza di pregiudizi in merito alle capacità cognitive dei bambini; verificare se, secondo i docenti, la malattia influisce sulla qualità della relazione educativa, indagando, in particolare, sugli aspetti comunicativi; rilevare eventuali problematiche di integrazione nel gruppo dei pari; verificare se l’adozione di strategie per permettere una migliore integrazione o lo svolgimento delle attività didattiche, ludiche e sportive; rilevare i bisogni formativi e informativi dei docenti.

 

 Ricerche in ambito pedagogia delle famiglie

Il presente lavoro consiste in una indagine, svolta tramite un questionario, che ha coinvolto 152 genitori di origine pakistana residenti in Italia (90% padri). L’obiettivo della ricerca era di comprendere l’impatto del Covid-19 sui suddetti nuclei familiari e, soprattutto, sul livello di benessere dei componenti, sulla gestione della vita domestica e scolastica, e su risorse e fattori protettivi. Altro obiettivo è stato quello di coinvolgere un target di genitori pressoché assente da ricerche e studi analoghi, attualmente disponibili in Italia. Questa indagine quantitativa, seppur con i limiti che verranno descritti, offre il punto di vista specifico di padri immigrati pakistani che, pur riportando una situazione di crisi piuttosto accentuata, dimostrano di attingere a risorse personali, religiose e relazionali prevalentemente legate alla cultura di origine.

Cantiere R-Innovare la città riguardante la riapertura dei servizi per l’infanzia 0/6 in partnership con Fondazione Innovazione Urbana, Comune di Bologna
(Alessandra Gigli, Silvia Demozzi)
Rilevazione Famiglie e servizi educativi nel Covid-19 febbraio-marzo 2021 in collaborazione con Coordinamento Pedagogico Dei Comuni della Bassa Romagna.
 (Alessandra Gigli):  Despite the virus. A survey of early childhood education services and families in covid-19.
(Alessandra Gigli, Marco Trentini)
La ricerca ha coinvolto un campione di 178 genitori di bambini frequentanti i nidi e le scuole dell’infanzia dei Comuni della Bassa Romagna, in provincia di Ravenna (Emilia-Romagna) tra dicembre 2020 e gennaio 2021. La rilevazione è nata anche per essere utilizzata dai professionisti di tali servizi educativi e ha i seguenti scopi: approfondire la conoscenza delle opinioni dei genitori su vari aspetti dell’impatto della pandemia sulla vita quotidiana e sulle funzioni genitoriali; monitorare eventuali difficoltà dei figli; comprendere quanto le azioni intraprese, per adattare la frequenza scolastica nel periodo pandemico, abbiano riscosso la soddisfazione delle famiglie e abbiano perseguito positivamente l’alleanza educativa.

Essere genitori ai tempi del COVID19: disagi, bisogni, risorse: una rilevazione nella fase di lockdown.
(Alessandra Gigli)
Si tratta di una rilevazione svolta durante il periodo di lockdown (aprile 2020) che ha coinvolto circa 800 genitori nella compilazione di un questionario finalizzato a comprendere l 'impatto dell'emergenza Covid-19 nelle famiglie italiane: le condizioni abitative e lavorative, la composizione del nucleo familiare e alle caratteristiche del gruppo di soggetti conviventi, le relazioni di coppia, la descrizione da parte dei genitori delle nuove abitudini, dei vissuti, dei bisogni, delle risorse, e del clima emotivo nel nucleo convivente.
Report consultabile: Gigli A., (2021): Essere genitori durante il lockdown nel Covid-19: i dati di una rilevazione, in Gigli A. (a cura di): OLTRE L’EMERGENZA. Sguardi pedagogici su infanzia, famiglie, servizi educativi e scolastici nel Covid-19, Parma, Edizioni Junior-Bambini.
 
Esperienza genitoriale in condizioni di povertà assoluta ai tempi del coronavirus: il racconto di una vita confinata, tra bisogni e segnali di speranza”
(Claire Lajus)
Indagine condotta da Claire Lajus, propone lo studio di caso di una storia familiare durante e dopo il lockdown a partire dal racconto di vita di una madre proveniente dal Camerun, con due figli adolescenti. L’analisi della narrazione biografica consente di cogliere il modo in cui i genitori in situazione di povertà assoluta hanno vissuto l’impatto del confinamento dovuto alla crisi di Covid-19 riguardo ai compiti genitoriali tenendo conto delle interazioni con i vari ambienti di vita (servizi socioeducativi, famiglia allargata, amicizie, quartiere). Quindi, si riflette sui modi possibili di rinforzare il sostegno alla genitorialità tramite dispositivi innovativi come l’affiancamento familiare. Con l’aumentare della povertà assoluta nelle famiglie e la prospettiva di un perdurare della situazione di crisi sociale nei prossimi anni, lo sviluppo di interventi educativi fondati sulla solidarietà tra soggetti della società civile, con l’azione congiunta e la supervisione dei servizi socioeducativi, appare una risorsa innovativa da incrementare.

• “Con lo sguardo dei bambini e delle bambine”.
(Mariangela Scarpini)
In un tempo di scuole chiuse, di parchi svuotati e di strade silenziose, dove può il mondo adulto trovare spazi aperti di ascolto ai pensieri dei bambini e delle bambine? Come può creare territori di attenzione ai loro pareri, alle loro emozioni, ai loro sentire affinché gli sguardi dell’infanzia siano effettivamente riconosciuti, in tutta la loro dignità? Cosa è accaduto durante il lockdown ? ha svolto una indagine considerando un elenco di proposte, in cui sono stati progettati spazi digitali per permettere a bambine e bambini di raccontare se stessi e il mondo, da dentro le loro case (quando quelle pareti erano confini) con i loro molteplici linguaggi: proposte che hanno, in comune, l’esplicito riconoscimento di autorevolezza ai pensieri dei bambini e delle bambine.

• L’educazione ai tempi del Coronavirus (e dopo): una ricerca qualitativa condotta con i professionisti dell’educazione” 
(Nicoletta Chieregato, Silvia Demozzi)
Partendo dalla considerazione che negli ultimi mesi – a seguito delle misure restrittive imposte dall’emergenza sanitaria per il Coronavirus – si sono moltiplicati appelli al grido di “genitori esasperati”, “bambini e famiglie dimenticati”. Il Centro di Ricerche Educative su Infanzie e Famiglie dell’Università di Bologna ha voluto interrogarsi sul senso e sulle motivazioni di tali messaggi, avviando un percorso di ricerca di tipo qualitativo teso ad indagare le modalità di attivazione della rete di collaborazione fra famiglia e altri contesti educativi durante il periodo di lockdown e avente l’obiettivo di individuare pratiche virtuose ed eventuali bisogni formativi. Sono stati realizzati dei focus group (realizzati nella fase 2 della pandemia) con professionisti dell’educazione, con un approfondimento sull’alleanza educativa nella fascia 0-6. Emergono evidenze e riflessioni su quali siano state le azioni che hanno agevolato la ridefinizione della relazione fra famiglie e servizi/scuole, quali i limiti e le difficoltà incontrati e quali elementi avrebbero dovuto guidare la progettazione della ripartenza.

Didattica a distanza con le famiglie. L’esperienza di insegnanti e genitori, in Italia e in Cina, durante l’emergenza sanitaria 2020. Uno studio preliminare”
(Sabrina Ardizzoni, Marta Salinaro, Mariangela Scarpini, Ivana Bolognesi)
La ricerca pone alcuni interrogativi su come i nuovi spazi virtuali della scuola a distanza attivati durante l’emergenza dell’epidemia da Covid-19 abbiano indotto scuole e famiglie a sperimentare nuove forme di didattica, di comunicazione e di relazione. Quale ruolo hanno svolto i genitori nella didattica a distanza? Quali strategie le scuole hanno adottato per creare un contatto loro? E cosa è avvenuto nelle famiglie appartenenti a status socio-culturali diversi, marginali e svantaggiati? A partire da questi interrogativi, si sono avviate alcune “piste di ricerca” (in parte già avviate ma ancora aperte) che attraverso l’utilizzo di alcuni strumenti di rilevazione (questionari, analisi di blog e di gruppi social di genitori), intendono portare alla luce alcune questioni, criticità, ma anche punti di forza, e di proporre una prima analisi e riflessione pedagogica a partire dai dati raccolti.