Lettere alla scuola

Riscrivere alla scuola italiana 50 anni dopo Don Milani.

Pubblicato il 20 giugno 2020

Tommaso Bernardi, Laureato in Psicologia Scolastica e di Comunità, Laureando in Scienze della Formazione Primaria presso l’Università Alma Mater Studiorum di Bologna. Appassionato di metodologie attive e pedagogia interculturale lavora da anni in contesti caratterizzati da difficoltà psico-sociali a Bologna quali comunità minorili, centri socio educativi, progetti di autonomia e servizi di integrazione scolastica. Collabora con il Centro Ricerche sulle Didattiche Attive dell’Università di Bologna dal 2017. 

Dall’ex orfanotrofio di Barra San Giacomo, quartiere della periferia di Napoli, oggi sede della Fondazione Famiglia di Maria, ha preso il via a Settembre un progetto: riscrivere “Lettera a una professoressa” cinquant’anni dopo, per dare voce agli studenti, soprattutto quelli “difficili”, sempre più esclusi dal mondo della scuola italiana. Riscriverla per dare nuovamente centralità agli studenti, per tornare a parlare di scuola. I tempi sono cambiati, e con essi anche gli ultimi della società – ormai identificati dagli abitanti delle zone periferiche cittadine – ma le problematiche nel raggiungere quell’equità sociale, proprio come per gli studenti della Barbiana fine anni sessanta di Don Milani, sembrano immutate. Si vuole quindi tornare a parlare di scuola come allora, concentrandosi sull’ascolto di opinioni, sogni e bisogni di chi la scuola la vive ogni giorno, spesso con un rapporto contradditorio, fondato su conflitti e difficoltà comunicative. Il progetto, lanciato pubblicamente lo scorso 18 Novembre a Roma nell’ex mattatoio di Testaccio, oggi Aula Magna della Facoltà di Architettura dell’Università di Roma Tre, si propone di iniziare un percorso di scrittura collettiva chiamato “Lettere alla scuola” (www.lettereallascuola.com). Promotore dell’iniziativa è Curzio Maltese, deputato componente della Commissione Cultura ed Educazione del Parlamento Europeo. Proprio in questa sede infatti, a prendere decisioni sono prevalentemente persone che con il mondo dell’istruzione hanno poco o nulla a che fare. E’ da questi luoghi che nascono prove omologate per tutti i paesi della Comunità Europea, volte a misurare con gli stessi parametri di giudizio paesi e culture differenti, senza considerarne il contesto socio– culturale di appartenenza. Da un lato, paesi del Nord Europa con una cultura educativa di carattere maggiormente pedagogico, dall’altro, paesi dell’Europa Meridionale – quali l’Italia – legati ad un’ottica che conferisce più importanza alle discipline. La dispersione scolastica, che vede l’Italia tra le ultime posizioni a livello Europeo – al di sotto della media dei ventotto paesi membri – è un fenomeno che nel nostro paese non può e non deve essere ignorato. Volerlo affrontare con uno dei volumi che ha rappresentato la storia dell’educazione italiana significa quindi cercare soluzioni attingendo proprio dal medesimo bacino culturale che ha prodotto e vive tali problematiche, all’interno di una prospettiva d’analisi di tipo costruttivista. Questo progetto parla di cultura scolastica italiana, e lo fa attraverso una delle voci
che l’ha maggiormente influenzata nel corso del secolo scorso, mettendo al centro del dibattito lo studente. Generalmente, a detta dello stesso Curzio Maltese nell’introdurre la presentazione dell’iniziativa, il dibattito pubblico sulla disoccupazione giovanile si ferma ai “pettegolezzi” sulla scuola, senza interrogarsi sui bisogni profondi delle nuove generazioni. In primis sul “bisogno di desiderare”, sempre più stretto nella morsa della crisi economica e della conseguente mancanza di prospettive che la nostra società offre ai propri giovani. Tale progetto coinvolgerà tutti gli alunni, professori, educatori e dirigenti che vivono la scuola tutti i giorni e sono interessati a partecipare alla costruzione collettiva della riedizione di quella lettera idealmente inviata dalla Scuola di Barbiana esattamente cinquant’anni fa. Nel corso della mattinata di presentazione di “Lettere alla scuola” a Roma, si sono succeduti professionisti del mondo universitario ed educativo, conoscitori del lavoro di Don Milani, i quali hanno fornito da prospettive diverse alcune tematiche per poterne seguire l’esempio.

Durante tutto l’Anno Scolastico 2017/2018 verranno raccolti contributi dagli studenti di tutta Italia che parlino di scuola, di cosa da lei ci si aspetta e come la si immagina affinché sia davvero a misura di alunno, promuovendone una partecipazione attiva. Questi contributi potranno essere creati mediante un qualsiasi canale comunicativo – scrittura, video, musica, disegno – e verranno riuniti in un sito internet ed una pagina Facebook creati ad hoc. In un secondo momento, verranno selezionati i contributi maggiormente significativi, dai quali nascerà il libro. Di seguito la road map del progetto – la quale tuttavia potrà subire variazioni in base alle necessità che verranno analizzate in questa fase iniziale. I. Incontri territoriali: conferenze ristrette nelle aree suburbane delle maggiori città italiane con docenti e dirigenti scolastici per diffondere il progetto e riflettere sugli obiettivi educativi della scuola, da Settembre 2017 a Ottobre 2018. II. Istituzione di un comitato di garanti che si occuperà di selezionare i contributi: Novembre 2018. III. Apertura di canali social: tutti i contributi – scritti e audiovisivi – verranno in ogni caso pubblicati su una pagina Facebook dedicata e poi su una pagina web da Novembre 2017 a Ottobre 2018. IV. Pubblicazione e presentazione del libro: Ottobre 2018. L’invito finale del progetto “Lettere alla scuola” lanciato dal palco di Roma è quindi insito negli insegnamenti che Don Lorenzo Milani ha lasciato in eredità dopo tanti anni di lavoro: fare rete tra tutti i professionisti interessati per mettersi all'ascolto degli studenti e ripartire dai loro sogni, prospettive e difficoltà.

La tappa di Bologna

Il 14 Febbraio è approdato a Bologna il progetto “Lettere alla scuola”, a cinquant’anni dall’uscita di “Lettera a una professoressa” della Scuola di Barbiana di Don Milani, ideato con il proposito di mettere in rete le multiformi realtà educative italiane per la scrittura collettiva di un libro che riaccenda i riflettori del dibattito pubblico sulla scuola attraverso la voce degli alunni, soprattutto i più emarginati.

L’europarlamentare Curzio Maltese, promotore dell’iniziativa e componente della Commissione Cultura ed Educazione del Parlamento Europeo, ha dato appuntamento al mondo della scuola del capoluogo emiliano presso l’Istituto Superiore Manfredi Tanari in quella che è stata la seconda tappa dopo la presentazione nazionale a Roma lo scorso Novembre.

Sito alla confluenza tra alcune delle zone simbolo della periferia bolognese quali il Quartiere Savena e San Donato ed il rione Pilastro, la scelta di questo istituto quale “location” per l’incontro non è stata casuale, ma simbolo dei luoghi e delle persone dai quali si vuole partire per la costruzione di questo progetto.

Ad accogliere i partecipanti, provenienti da scuole di tutta la città, Curzio Maltese ha invitato ad esporre il proprio punto di vista sul tema Igiaba Sciego (scrittrice e giornalista), Lorenzo Grilli (Insegnante e componente dell’Associazione Scuola e Costituzione) e Nadia Urbinati (Docente della Columbia University). Dopo una breve introduzione del promotore, che ha voluto testimoniare l’ideologizzazione del tema educativo in sede europea e la necessità di parlare di scuola con chi la vive quotidianamente, i relatori si sono espressi con diverse tematiche e spunti di riflessione.

Da Igiaba Sciego, che ha voluto sottolineare l’importanza di ritrovare una dimensione multiculturale e tollerante, citando gli ultimi “rigurgiti di intolleranza e odio” della cronaca nazionale, a Lorenzo Grilli, che ha evidenziato la solitudine della classe docente a cui viene richiesto il compito di formare il cittadino del domani: obiettivo al quale deve tendere la scuola, ma che non può raggiungere da sola all’interno di una società che sembra sempre investire meno su senso di comunità e cittadinanza attiva. A conferma di questa tesi l’intervento finale di Nadia Urbinati, che si è soffermata sulle contraddizioni a suo avviso insite nella nuova forma di “alternanza scuola – lavoro”, che sembra maggiormente interessata a creare “prestatori d’opera con basse pretese” piuttosto che cittadini lavoratori.

L’alternanza scuola lavoro è stato quindi il tema principale del conseguente dibattito, vivace e partecipato. Grazie al contributo di alcuni rappresentanti degli studenti che, invitati a parlare, non si sono sottratti ad un sincero confronto con i presenti, si è potuto avere un primo assaggio di quello che “Lettere alla scuola” vuole essere. I ragazzi hanno concordato, da un lato, su alcune problematiche del mondo della scuola ma dissentito, dall’altro, sulle critiche dei relatori concentrandosi maggiormente sulle parti positive della loro esperienza di alternanza tra istruzione e lavoro. Si sono potute così gettare le primissime basi di quell’attento ascolto delle giovani generazioni quale tappa fondamentale per il coinvolgimento attivo degli stessi nel miglioramento della scuola.

Il solco tracciato a Roma è stato quindi proseguito a Bologna: il viaggio in giro per l’Italia che tesserà la rete per la costruzione collettiva di “Lettere alla scuola” proseguirà i prossimi mesi: Milano e Palermo a Marzo, Napoli ad Aprile, Padova a Maggio, Torino a Giugno e Bari a Settembre. Per ogni informazione continuate a seguire il sito ufficiale, www.lettereallascuola.com.