Il Centro Studi e Ricerche in Salute Internazionale e Interculturale (CSI) è un centro interdisciplinare di ricerca, formazione e pratica in cui collaborano docenti, ricercatori, studenti di distinti ambiti disciplinari in stretta sinergia con gli attori comunitari e istituzionali, con lo scopo di indagare la salute come oggetto ampio nelle sue componenti storiche, socioculturali, politico-economiche oltre che biomediche. A caratterizzare il CSI è un approccio multidisciplinare e multimetodologico, attento alle ricadute pubbliche e sociali della ricerca scientifica.
Dal punto di vista teorico il CSI si ispira a una visione della salute come un costrutto culturale da generare socialmente. In questo senso si riconosce nell’approccio che dà voce agli attori sociali nella definizione dei loro bisogni per promuovere forme di partecipazione capaci di collocare le tematiche locali in un quadro globale più ampio. Secondo la visione di salute globale e della determinazione sociale della salute, pone al centro il ruolo che i fattori sociali, economici e culturali giocano nel condizionare tanto la presenza di salute e malattia e la loro (diseguale) distribuzione nella società, quanto la loro presa in carico.
Dal punto di vista metodologico, il CSI realizza le sue attività attraverso il quadro della ricerca-formazione-intervento allo scopo di comprendere e riportare in maniera adeguata i bisogni di salute delle comunità, contribuire a processi di empowerment partecipativo e inclusivo, modificare le risposte istituzionali dei servizi.
Istituito nel 2006 all’interno del Dipartimento di Medicina e Sanità Pubblica dell'Università di Bologna (oggi Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche, DIMEC) grazie all'iniziativa del Dott. Angelo Stefanini, dal 2018 il CSI si trova all'interno del Dipartimento di Storia Culture Civiltà (DiSCi), sotto la direzione del Prof. Ivo Quaranta.