L’Emilia-Romagna è stata una terra importante per Dante, a tutti gli effetti una seconda patria. Nella regione “tra ’l Po e ’l monte e la marina e ’l Reno”, come egli stesso la definì nel XIV canto del Purgatorio, il Poeta soggiornò a più riprese e trascorse gli ultimi anni della sua sofferta esistenza da esule. Preziosi manoscritti delle opere di Dante e varie altre testimonianze storiche, documentarie, letterarie e artistiche dantesche proliferarono rapidamente a partire dal tempo e dai luoghi dell’ultimo esilio del Poeta e sopravvivono ancora oggi nelle biblioteche e negli archivi delle città lungo l’antico asse o al margine della Via Emilia, da Piacenza a Rimini, passando per Parma, Modena, Bologna, Imola, Ferrara, Ravenna, Forlì e Cesena.
Per valorizzare questo rilevante patrimonio il Servizio Patrimonio culturale della Regione Emilia-Romagna, in collaborazione con la Società Dantesca Italiana, in occasione del settimo centenario della morte di Dante (1321-2021), ha ideato un percorso espositivo diffuso, affinché ciascuna sede di conservazione diventi teatro illustrativo del patrimonio e di iniziative scientifiche e didattiche.
Ideato da Alberto Casadei e curato da Gabriella Albanese, Sandro Bertelli e Paolo Pontari, il percorso espositivo su 'Dante e la Divina Commedia in Emilia-Romagna' si snoda in un 'fil rouge' che accomuna tutti gli eventi, costituito dallo studio della tradizione, della ricezione e dei contesti danteschi fino all’Umanesimo.
Sono complessivamente 14 le mostre che prevedono l’esposizione di manoscritti, incunaboli e cinquecentine della Commedia e di altre opere dantesche, allestite in un arco temporale che va dal Dantedì 2021 e si prolunga sino ai primi mesi del 2022.
Al prof. Paolo Tinti è stato affidato il coordinamento scientifico della schedatura di tutti gli incunaboli custoditi nella Regione.