I rifiuti non pericolosi sono quelli che NON presentano le caratteristiche di pericolo di cui all'Allegato I alla parte IV del D. Lgs. n. 152/2006. Sono non pericolosi, ad esempio, i rifiuti derivanti da prodotti di arredamento come tavoli, sedie, divani, scaffali e armadiature etc., fogli e riviste di carta, imballaggi di varia natura (in plastica, carta, vetro, metalli, legno), alcune tipologie/parti di RAEE (rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche), rifiuti inerti da costruzione e demolizione. È utile evidenziare che, qualora tali rifiuti siano prodotti nell’ambito di attività di manutenzione o ristrutturazione di edifici, il produttore del rifiuto non è l'Ateneo, ma la ditta che ha effettuato l'intervento la quale è tenuta a provvedere alla gestione degli stessi secondo la normativa vigente.
Alcune tipologie di rifiuti non pericolosi prodotti dall’Ateneo, sono classificabili come rifiuti urbani e possono essere conferite al servizio pubblico di raccolta. È il caso, ad esempio, dei rifiuti di imballaggio (e dei rifiuti di carta anche se non di imballaggio), per i quali è disponibile il servizio di raccolta differenziata, ma anche dei rifiuti ingombranti quali tavoli, sedie, armadiature ed altri arredi rotti o non più funzionanti/utilizzabili che possono essere conferiti al servizio pubblico secondo modalità e limiti che possono variare da territorio a territorio.
In altri casi, e in particolare nel caso dei RAEE, si tratta di rifiuti speciali, a prescindere dal fatto che siano pericolosi o no. I rifiuti speciali non possono essere conferiti al servizio pubblico di raccolta e richiedono sempre un servizio dedicato di ritiro e avvio a recupero o smaltimento in impianto autorizzato.
In ogni caso, quando per obbligo o per necessità il ritiro e l’avvio a recupero/smaltimento dei rifiuti prodotti dall’Ateneo (siano essi classificabili come urbani o speciali) venga affidato ad una ditta esterna, chi invia a recupero/smaltimento tali rifiuti deve sempre verificare che i soggetti a cui li affida siano autorizzati. Più in dettaglio, le verifiche da effettuare sono le seguenti:
Per i punti da 1 a 3 è possibile effettuare una verifica online al sito dell'Albo Nazionale Gestori Ambientali, salvando in pdf e conservando il file della ricerca effettuata (è sempre presente anche la data nell'esito della ricerca).
Per il punto 4 chiedere alla ditta (solitamente il trasportatore/ditta di facchinaggio) di inviare le autorizzazioni dell’impianto di destinazione.