Scopri le azioni e i comportamenti quotidiani che contribuiscono a ridurre la produzione di rifiuti e il consumo inutile di risorse naturali
Prima di acquistare un nuovo prodotto, chiediti se ne hai davvero bisogno. Se il miglior rifiuto è quello che non produci, il miglior prodotto (sul piano ambientale) è quello di cui non hai bisogno. Ove necessario (e praticabile), è generalmente preferibile scegliere prodotti di seconda mano, rigenerati o ricondizionati, oppure prendere a noleggio, nei casi di utilizzo saltuario, piuttosto che acquistare prodotti nuovi, contribuendo in questo modo ad allungare la vita utile dei beni.
Tra un prodotto e un rifiuto, c’è, nel mezzo, la nostra scelta di disfarcene. A seconda dei casi e delle tipologie di beni, puoi verificare la fattibilità di diverse opzioni per allungare la vita utile di un prodotto prima che diventi un rifiuto. Riparazione, donazione, vendita come usato, anche attraverso la rete dei centri del riuso presenti sul territorio regionale, sono le più comuni.
La nuova Direttiva UE sul Diritto alla riparazione, in combinazione con il nuovo Regolamento sulla progettazione sostenibile dei prodotti, dovrebbe facilitare nel prossimo futuro la riparazione di diverse tipologie di beni e allungarne “by design” la durata.
Suggerimento
In Emilia-Romagna è attivo il progetto “Cambia il finale” promosso da Hera in collaborazione con Last Minute Market per dare nuova vita ad alcune tipologie di beni ancora in buono stato (ingombranti e non solo) ridistribuendoli sul territorio
Il consumo di carta e toner legato alle operazioni di stampa, e la produzione dei relativi rifiuti, può essere facilmente ridotto prestando attenzione ai seguenti accorgimenti:
In molte sedi di Ateneo sono presenti (nei bagni) erogatori di fazzoletti in carta per l’asciugatura delle mani. Utilizzali in modo responsabile, evitandone un consumo eccessivo.
Il 40 % della plastica e il 50 % della carta utilizzati nell'Unione Europea sono destinati alla produzione di imballaggi e rappresentano circa il 36 % dei rifiuti urbani generati nella UE. La diffusione e il consolidamento di modelli di business e stili di consumo basati sull’impiego di imballaggi riutilizzabili inseriti all’interno di circuiti di riutilizzo può contribuire a ridurre la produzione di rifiuti di imballaggio e i relativi impatti su clima, ambiente e biodiversità. Con specifico riferimento alla somministrazione, vendita e consumo di alimenti e bevande, ad oggi puoi:
- Prediligere operatori economici che mettono a disposizione un’opzione riutilizzabile (e restituibile) per l’acquisto di alimenti e/o bevande per il consumo da asporto/to-go.
- Utilizzare il tuo contenitore riutilizzabile portato da casa per l’acquisto di prodotti “da banco”, ma anche per il consumo da asporto di alimenti e bevande. In Italia, tale facoltà, è formalmente riconosciuta dall’art. 7 comma 1-bis della Legge n. 141/2019 (cd. Dl Clima): “Ai clienti è consentito utilizzare contenitori propri purché riutilizzabili, puliti e idonei per uso alimentare. L’esercente può rifiutare l’uso di contenitori che ritenga igienicamente non idonei”.
- Portarti da caso quanto necessario per la tua pausa pranzo in contenitori riutilizzabili.
- Portare con te una borraccia per l’acqua quando vieni in Università o quando sei in viaggio.
- Utilizzare la tua tazza tazzina per l’acquisto di bevande calde nei distributori automatici, scegliendo l’opzione “senza bicchiere”.