Sono numerose le categorie di persone che trarranno beneficio dall’attività di disseminazione dei risultati che il Centro di ricerca porterà avanti: solo per citarne alcune:
1) le persone comuni che desiderano conservare le fotografie, le registrazioni video, la documentazione amministrativa prodotta o ricevuta per la gestione casalinga e altri documenti di famiglia, ed il cui obiettivo primario è di non perdere tale materiale, cercando a livello digitale l’equivalente del cassetto, del fascicolo, del faldone o dell’armadio di sicurezza;
2) gli studiosi, i letterati, gli artisti, gli uomini politici, etc. che, oltre a percepire la necessità elementare della conservazione, comprendono che la documentazione digitale prodotta durante la propria attività può avere in prospettiva un valore storico e documentale, e che eventualmente potrà finire per confluire in archivi più ampi;
3) i professionisti e gli studi professionali che gestiscono documentazione più o meno strutturata relativa alla propria attività (si pensi all’archivio di un architetto, di un medico, di un avvocato, etc.) e per i quali una corretta conservazione degli oggetti digitali ha un ritorno economico immediato, è necessaria per ottemperare a determinati obblighi normativi e salvaguarda il possibile utilizzo futuro di tale documentazione come fonte storica.
In sostanza, le ricerche che saranno condotte dal Centro non andranno a vantaggio solamente degli studiosi ma di una platea molto più ampia, costituita teoricamente da tutta la popolazione.