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Il Centro di ricerca intende affrontare il problema dell’archiviazione e della conservazione a lungo termine degli archivi digitali di persona o, più in generale, delle memorie personali digitali, intese come il complesso dei contenuti digitali (documenti, fotografie, registrazioni audio e video, prodotti dell’attività di ricerca, libri digitali, ma anche siti web, blog, interazioni sui social media – post su Facebook, tweet su Twitter – messaggi WhatsApp, etc.) prodotti o comunque acquisiti da un individuo nell’ambito della propria attività professionale o della propria vita personale e familiare.

Si tratta di un problema che interessa – e per certi versi preoccupa – tutta la popolazione mondiale. Infatti, nel corso degli ultimi decenni, grazie all’enorme diffusione degli strumenti digitali, la maggior parte delle persone ha iniziato ad accumulare quantità rilevanti – impensabili fino a pochi anni fa – di contenuti digitali: migliaia di documenti di testo, fotografie, registrazioni audio, registrazioni video, messaggi di posta elettronica, post sui blog, contenuti sui social media, siti web personali, etc. Anche i supporti di memorizzazione si sono moltiplicati e le memorie digitali personali si ritrovano sparse e frammentate su molteplici supporti oltre che sui sistemi basati sul cloud. Si tratta di una categoria di memorie particolarmente a rischio, sia perché la quasi totalità delle persone non dispone né dei criteri né degli strumenti necessari per formare correttamente, sotto il profilo archivistico, informatico e giuridico, la propria memoria digitale, sia per le ben note questioni legate all’obsolescenza tecnologica che, infine, per la mancanza di linee guida, raccomandazioni, regole, strategie, strumenti.

L’eventualità della perdita della memoria personale digitale che si sta formando nel nostro tempo avrebbe conseguenze molto negative per una tutta una molteplicità di settori scientifici disciplinari; se si considera che gli archivi di persona hanno costituito da secoli una fonte privilegiata di informazioni non solo per ricostruire le vicende storiche del passato ma anche per le indagini scientifiche in tutta una serie di campi (nella ricerca storica, sociologica, politica, artistica, geografica, filologica, letteraria, demo-etno-antropologica, religiosa, etc.) si comprende come lo scenario appaia davvero preoccupante. La conservazione delle memorie personali digitali è, quindi, una urgenza che occorre affrontare subito per assicurare la sopravvivenza di questo patrimonio.

Come potranno gli storici del futuro ricostruire l’attuale periodo storico se non verranno conservati i i “tweet” degli uomini politici e le loro interazioni sui social media? Come potranno i filologi del futuro ricostruire le varie edizioni di un’opera se con l’avvento del digitale nei computer degli scrittori rimane solo l’ultima versione di un’opera? Si tratta solo di alcuni degli innumerevoli esempi che si potrebbero fare, ma fanno comprendere l’urgenza della questione.

Il Centro di ricerca intende affrontare queste problematiche sulla base di una metodologia solida, partendo da uno studio serio e sistematico delle questioni di particolare complessità teorica e tecnica legate alle attività di formazione, gestione e conservazione delle memorie personali digitali, cercando di comprendere come il digitale stia influenzando le modalità di sedimentazione della memoria personale ed arrivando a suggerire soluzioni concrete ed operative che andranno a beneficio di tutte le persone che, a vario titolo, producono e gestiscono archivi, biblioteche e collezioni digitali personali.