Il tema della narrazione ha assunto un’importanza sempre più rilevante soprattutto nel mondo anglosassone, dove la riflessione storiografia è stata investita da più che evidenti forme di scetticismo che, come è ormai ampiamente noto, ha posto quantomeno in discussione il consueto approccio dello storico. Non condivisibile nelle sue linee di fondo, che hanno finito per porre in stretta relazione storia e letteratura, lo scetticismo storiografico ha comunque avuto il merito di sottolineare come qualsiasi ricerca storica non possa prescindere da una forma di narrazione, intesa essenzialmente come operazione storiografica che procede alla ricostruzione di eventi del passato.
I nessi tra fatti, prove e interpretazioni sono infatti strettamente correlati a quello che possiamo definire procedimento narrativo. Se, come è stato notato, i fatti esistono indipendentemente dallo storico e precedono concettualmente l’interpretazione, quest’ultima, a sua volta, precede la prova documentaria. E, più precisamente, lo storico elabora una tesi che lo predispone a cercare delle prove che gli permettono di scoprire dei fatti. L’esposizione di questo procedimento costituisce di per sé una narrazione che avvicina notevolmente la figura dello storico a quella del giudice. Narrazione che permette ad entrambi (non tanto sul piano della valutazione/giudizio, bensì in quello della ricostruzione/processo) di selezionare alcune tracce nell’ambito delle molteplici che sono da lui individuabili per formulare un’ipotesi plausibile e mai definitiva. Il tema delle prove (con i loro nessi deduttivi, induttivi ed abduttivi) è dunque decisivo e si costituisce come pregnante proprio sul piano della narrazione. Nel volume Il movente ho cercato di inoltrarmi in questa direzione.
Il procedimento narrativo ha inoltre delle implicazioni nelle modalità stesse in cui esso si svolge. Se è un dato indiscutibile che il lettore si attenda dallo storico una verità che non presume nell’esposizione di una fiction, è però interessante notare come le modalità tramite cui viene costruito un film che si avvicini alla ricostruzione storica di un evento possano suggerire allo storico tecniche non consuete di aggressione alla prova documentaria. Un dato, questo, che mi sembra significativo laddove soprattutto la narrazione si rivolge alla biografia. Ed in particolare alla biografia provvista di una descrizione densa, ma comunque univoca come quella, ad esempio di un fuorilegge, la cui immagine è essenzialmente descritta da tracce che provengono quasi esclusivamente dall’attività delle istituzioni repressive che se ne occuparono.
Ma non si tratta semplicemente di un procedimento espositivo-letterario, in quanto, in questo caso, la narrazione implica necessariamente che lo storico assuma una prospettiva che potremmo definire interna rispetto alla costruzione culturale e sociale del soggetto narrato. E, in questa direzione, si può pure aggiungere che la narrazione è inscindibile dai luoghi in cui gli eventi si svolsero. E’ quello che ho tentato di fare con Zanzanù. Il bandito del lago.
Principale bibliografia di riferimento per Il movente. Il giudice Bernardo Marchesini e il processo per l’omicidio di Giovanni Rama (1831-1833), Verona 2011:
R. J. Evans, In difesa della storia, Palermo 2001 (London 1997).
J. H. Grossman, The art of alibi. English law courts and the novel , Baltimore (Mar.) 2002
M. Taruffo, La semplice verità. Il giudice e la costruzione dei fatti, Bari 2009.
G. Tuzet, Le prove dell’abduzione in “Diritto e questioni giuridiche”, 4 (2004), pp. 275-95; ma anche altri studi dello stesso autore tra cui La prima inferenza. L’abduzione di C. Peirce fra scienza e diritto, Torino 2006.
U. Eco - T.A. Sebeok (a cura di), Il segno dei tre. Holmes, Dupin, Peirce, Milano 1983
A. G. Amsterdam - J. Bruner, Minding the law. How courts rely on storytelling and how their stories change the ways we understand the law and ourselves, Cambridge (Mass.) 2000
W.I. MILLER, Clint Eastwood and Equity: popular culture’s theory of revenge, in Law in the domain of culture, ed. by A. Sarat and T. R. Kearns, The University of Michigan press 1998.
Principale bibliografia di riferimento per Zanzanù. Il bandito del lago (1576-1617), Brescia 2011:
W. Guynn, Writing history in film, New York 2006.
A. Coppolani - F. Rousseau (a cura di), La biographie en histoire. Jeu et enjeux d’écriture, Paris 2007.
P. Spierenburg, Social control in Europe, I, 1500-1800, ed. by H. Roodenburg and P. Spierenburg, Columbus 2004.