Di Nulla Academia - Rivista di studi camporesiani
Di Nulla Academia- Rivista di studi camporesiani uscirà nel 2020 su AlmaDL Journals con la seguente programmazione:
"Le parole del contagio" (dicembre 2020 Vol. 1 n. 1)
"Le parole del contagio: Letteratura e Retorica" (marzo 2021 Vol. 1 n. 2)
"La regia dell'attesa. Un tema tra storia, scienza, letteratura e teatro" (novembre 2021)
"Inferno e post inferno" (dicembre 2021)
La rivista avrà cadenza semestrale e comprenderà articoli e saggi ispirati dalla molteplice attività di ricerca e dalla pluralità dei mondi esplorati da Piero Camporesi. Gli interventi saranno distribuiti nelle seguenti sezioni con il fine di ripercorrere, e se possibile rinnovare, l'originale approccio critico che Piero Camporesi ci ha lasciato come la più importante sfida della sua indagine.
Bruno Capaci
Il Centro Studi “Piero Camporesi” ricorda e celebra la grande stagione bolognese dei maestri-scrittori, attivi negli anni ’70-90 presso il nostro Ateneo. Autori prevalentemente di saggistica, ma nel caso di Umberto Eco anche di narrativa, erano pubblicati presso importanti editori nazionali, recensiti sia nelle riviste specializzate sia nella stampa nazionale e, soprattutto, letti da un pubblico davvero più ampio di quello degli addetti ai lavori.
Era consueto in quegli anni che uno studente potesse godere delle lezioni dello storico Carlo Ginzburg, autore del Formaggio e i vermi, dell’italianista Ezio Raimondi che nel 1974 aveva scritto il suo memorabile Romanzo senza idillio, o di quelle di Mario Lavagetto, che vincerà il premio Viareggio nel 2011 con Quel Marcel!, dell’entomologo Giorgio Celli autore nel 1992 di Dio fa il professore. Una generazione di maestri che non restò nel cono d’ombra di Umberto Eco, ma che, soprattutto con Piero Camporesi, accademico di nulla academia, inventò una saggistica che già nei titoli si annunciava straordinaria: Il pane selvaggio, La carne impassibile, La casa dell’eternità, Il brodo indiano.
Alberto Natale, Alberto Capatti
Piero Camporesi aveva iniziato la sua carriera di studioso come filologo letterario, ma l’incontro con l’opera dell’Artusi ne deviò completamente il percorso intellettuale, facendo sì che il suo sguardo si spostasse dalla ‘letterarietà’ della letteratura verso gli spazi interstiziali che la letteratura mostrava spesso come testimonianza incidentale. Tale apparente interstizialità era in realtà il centro di uno snodo fecondo e complesso di discipline; tra letteratura e storia, tra antropologia e sociologia, tra folklore e cultura di massa, tra storia del costume e storia della mentalità.
L’Artusi ne rappresenta un emblema: normalmente un ricettario di cucina fa fatica a trovare una collocazione di genere. È considerato paraletterario dagli studiosi di letteratura e non giunge a diventare documento per gli storici. La parabola degli studi di Camporesi rientra in pieno in questo apparente paradosso, riuscendo a rendere letterario un testo di cucina (insieme a molti altri testi, in seguito, che non figuravano di norma nel canone della storia letteraria) e fornisce materiale documentario agli storici partendo scandalosamente da un testo letterario.
Massimo Ciavolella, Stefano Scioli, Bruno Capaci e Patrizia Cremonini
Involucro, confine, limite, frontiera. Il corpo, anzi: i corpi. Fabbrica del corpo, corpo-macchina, corpo vissuto. L'essere umano, anzi: gli esseri umani. Porzione di materia autocosciente, mammifero dotato di pensiero, scimmia nuda. Geni, ambienti, società, culture, enciclopedie del sapere, scienze, lettere, arti, usi, costumi, riti, tradizioni, esperienze, vissuti, identità, alterità, "vita materiale", storia delle idee. L'universo del corpo - entità anatomofisiologica ed esperienza soggettiva che di essa continuamente facciamo - intercetta quesiti che abitano alla radice del nostro esserci-al-mondo, interrogando tutti e ciascuno alla ricerca di traiettorie di senso e d'itinerari di conoscenza diagonali e interrelati. Questa sezione intende accogliere contributi provenienti da diversi àmbiti di ricerca che affrontino, con taglio interdisciplinare, temi e problemi legati alla corporeità, studiata nella storia e nel mondo attuale, e che invitino a una felice contaminazione di riflessioni, spunti, percorsi.
Dai fondi archivistici di una delle corti più illustri in epoca rinascimentale, la corte dei duchi d'Este, longeva dinastia che giunse a stringere complessi e stretti legami politici e dinastici con le più rilevanti casate europee, possono sortire i più ampi percorsi conoscitivi.
Elide Casali
«Il teatro del cielo come variante del gran teatro del mondo è un topos particolarmente funzionale alla letteratura pronosticante che per sua natura svela arcani, effetti meravigliosi, e carichi di mistero, affascinanti proprio perché invisibili, difficilmente afferrabili o comprensibili fin nella loro più intima natura divina, voluti e governati dal supremo Regista del mondo» (Le spie del cielo. Oroscopi, lunari e almanacchi nell’Italia moderna, Torino, Einaudi 2003, p. 104).
La complessa ricerca de Le spie del cielo, condotta sotto il segno della pronosticazione astrologica in età moderna, viene citata in questa sezione a introdurre temi e metodologie camporesiani applicati a studi condotti su «Astrologia Scienza e “Cultura popolare”», tenendo conto di più piani culturali (d’élite, “popolare” e folclorica); basati su più tradizioni (scritte e orali), sulla storia del libro, dell’alfabetizzazione e della lettura; su diversificate forme di letteratura periodica (letteratura pronosticante, astrologica e calendaristica), “popolareggiante” e protogiornalistica (letteratura di consumo, di piazza e di colportage) e folclorica (nei suoi vari “generi”). Si apre in tal modo uno spazio dove possono trovare ospitalità contributi inediti e discussioni dove la cultura e la letteratura divinatoria, profetica, magica, astrologica, almanacchistica e “pseudoscientifica” in genere rinviano alla rappresentazione del Tempo, agli arcani celesti e ai segreti sublunari, in dialogo con la Filosofia della natura (astronomia/astrologia, matematica, medicina, magia, meteorologia), agronomia, arte del navigare, e “Scienza” galileiana; con saperi folclorici e immaginario collettivo, tra macro e microcosmo, tra cielo e mondo “elementare”, a partire dalle più antiche tradizioni, in un intreccio interdisciplinare, tra letteratura, storia, arte, antropologia e folclore.
Fabio Giunta
L’oratoria e la predicazione in Italia, dal Medioevo ai nostri giorni, costituiscono un campo di indagine particolarmente fertile grazie all’incisivo impatto che hanno operato su molteplici livelli della vita materiale, culturale e spirituale delle società (l’influenza sulla psicologia e sugli ideali delle masse, l’introspezione, la militanza, la trattatistica retorica, la diffusione di modelli della lingua italiana, l’estetizzazione dell’eloquenza). Fra pulpiti, corti, scranni, piazze e palchi – oralmente e nei testi a stampa – oratori e predicatori mirano alla costruzione di ritratti ideali e mondi alla rovescia in cui le visioni di speranza o ansia giustappongono vita e morte, vizi e virtù, barbarie e santità, carestia e salvezza, fame e sazietà. Mondi nuovi minacciati da oscuri mondi. Una vasta pluralità di autori e testi compongono questo variegato mosaico in cui si correlano, intersecandosi variamente, letteratura, religione, antropologia, retorica e politica: dalle artes praedicandi e arengandi ai turbolenti secoli segnati dal Protestantesimo e dalla Controriforma cattolica; dalle intersezioni fra predicazione, letteratura e retorica, con Marino, Tesauro, Muratori, Manzoni e Fogazzaro, alle orazioni di Luigi Sturzo, ai discorsi di Giorgio La Pira, alle omelie di papa Paolo VI.
Lucia Rodler
In un’intervista del 1978 Piero Camporesi sosteneva che la passione per i libri era nata leggendo un’edizione cinquecentesca delle Vite di Plutarco. In una conversazione del 1982 affermava che il suo lavoro era un «viaggio intorno all’uomo». Ancora, nel 1997, il critico forlivese pubblicava Camminare il mondo. Vita e avventure di Leonardo Fioravanti medico del Cinquecento. La narrazione biografica ha dunque affascinato Camporesi: raccontare la fisionomia di un individuo, gli umori e le somiglianze zoomorfiche, il carattere e le abitudini, le avventure nelle diverse età della vita. Entrare nel suo mondo, vivergli accanto, condividerne le passioni.
Fisiognomica e biografia perseguono un obiettivo forse impossibile: il «governo del corpo» (per citare ancora Camporesi), cioè il racconto ordinato e semplice della realtà complessa e sfuggente di ogni individuo. Da Aristotele a Lombroso, la fisiognomica ha catalogato le forme corporee per interpretare caratteri e comportamenti, anche grazie alla somiglianza gli animali. Sin dal mondo classico, la biografia ha proposto figure esemplari e memorabili nel bene e nel male. E tuttavia, per fortuna, nessun individuo ha mai corrisposto a schemi e stereotipi. Sulle tracce del Camporesi, questa sezione accoglie indagini su trattati di fisiognomica e biografie (agiografie, vite di artisti, biografie erudite, biografie positiviste, interviste, servizi fotografici); riflessioni di storia e teoria; sondaggi su biografie per infanzia e young adult.
Maria Freddi
La sezione Retorica e Scienza raccoglie contributi di umanisti e scienziati tesi a delineare le pratiche discorsive e le diverse forme della comunicazione scientifica.
Ispirata dagli scritti di Piero Camporesi su scienziati e medici del cinque- e seicento, dal suo interesse per le contaminazioni tra letteratura e antropologia e per le condizioni materiali in cui si sviluppano e si diffondono le conoscenze scientifiche, la sezione intende indagare l’intreccio tra retorica e scienza sia in prospettiva storica sia con attenzione alle modalità contemporanee e in continua evoluzione di diffusione dei saperi specialistici.
Le relazioni tra conoscenza scientifica, linguaggio e persuasione, il rapporto tra scienza e società, le rappresentazioni della scienza in letteratura, sono solo alcuni dei temi che questo segmento di DNA Camporesi presenta ai suoi lettori.
Andrea Campana e Stefano Scioli
La letteratura di viaggio e il viaggio come tòpos letterario e artistico. Il viaggio “fisico” (mete, itinerari, frontiere, usi e costumi) e il viaggio quale luogo della fantasia, traiettoria culturale, incontro, dialogo, manifestazione di mentalità. Usi simbolici: la vita come viaggio, la conoscenza come viaggio, l’istruzione come viaggio, la ricerca come viaggio, il linguaggio come viaggio, la letteratura come viaggio, l’arte come viaggio, il desiderio come viaggio, la malattia come viaggio, il dolore come viaggio, la paura come viaggio… E allora: geografie, paesaggi, ambienti “fisici” e dello spirito, spazi naturali e artificiali (natura e/o cultura?), territori, ecosistemi ed ecologia; homo sapiens sapiens (e condition humaine), sopravvivenza, bisogni, vettori, inorganic-organic-superorganic, civiltà, città, organizzazioni sociali, immaginari collettivi; sogni, utopie, progetti, drammi, esperienze di vissuto. E poi: segni, tracce, scritture di popoli, gruppi, individui. Persone.
Tatiana Korneeva, Piermario Vescovo, Elisabetta Selmi, Roberto Puggioni ed Enrico Zucchi
Dalle piazze ai mercati, i cantimbanco, i medici ciarlatani che proclamano i propri rimedi portentosi, i lettori degli almanacchi e dei favolosi oroscopi costituiscono l’antefatto della recitazione all’improvviso che tanta fortuna ha dato alla diaspora degli attori girovaghi e delle compagnie dell’arte che dal Seicento all’Ottocento hanno percorso le strade godendo della fama e del riconoscimento delle corti e del pubblico d’Europa. Questa sezione inaugura un dialogo tra l’antropologia e la storia del teatro, tra la piazza e il palcoscenico, tra diciassettesimo e il diciannovesimo secolo.
Oralità e scrittura, parola e silenzio, memoria e ‘biblioteca’, lasciti pagani e credenze cristiane, sacralizzazione e desacralizzazione, sublimazione del corpo ed «enfer de l’âme», ‘Inferno carnevalizzato’ e tenebrosi abissi del Cielo, risus paschalis, follia e ioca escatologici, ‘diletti della carne’, ‘sottosuolo della cultura del corpo’, metamorfosi e rigenerazione dei miti pagani e letterarizzazione e teologizzazione dello ‘spazio del rito e del sacro’. Fra la piazza e la corte, fra l’orrore grottesco e l’angeologia allucinatoria, lo stultiloquium e la ‘penitenza’ si dispiega la grande scena ‘ilarotragica’ del teatro cristiano nella contaminazione alto/basso mimetica di registri, codici antropologici e retorici, miti e riti. Dalla Sacra rappresentazione e dai Misteri medievali alle voci celestiali e inferiche del melodramma sei-settecentesco (luogo precipuo della mescidanza dei generi, delle forme e dei codici culturali ed espressivistici), la sezione intende proporsi come spazio di discussione e riflessione storiografica e critica di approccio interdisciplinare all’analisi dei generi della tradizione drammaturgica cristiana dall’età medievale e romanza alla crisi dell’ancien régime, sull’onda lunga della lezione e dell’ermeneutica camporesiane nel fertile intreccio fra la lettura dei testi, le fonti e i documenti d’archivio e le dinamiche antropologiche, sociali e storiche.
Nicola Bonazzi
Alcune forme di teatro contemporaneo o comunque più recente si sviluppano a partire da una tradizione popolare in cui dimensione festiva e oralità, rito e drammaturgia si fondono in modalità rappresentative di grande suggestione, pur nella diversità delle strutture e della morfologia: si pensi ai maggi musicali e drammatici, alle “giullarate” di Dario Fo o alle narrazioni di Ascanio Celestini e di altri autori-attori della scena italiana. Questa sezione si propone appunto di esplorare tali forme, nelle quali l’aspetto antropologico e quello teatrale si saldano dando vita, in alcuni casi, a nuovi codici di larga fortuna.
Rosario Castelli
Il rapporto che lega la letteratura ad altri media è al contempo di natura tematica, semantica e sintattica. Esso agisce sul piano dell'immaginario, delle tecniche narrative e del repertorio di vicende e personaggi, interessando anche il campo degli studi interculturali. Conviene tuttavia distinguere l’intermedialità, in quanto interazione di linguaggi, dalla presupposta multimedialità, in quanto compresenza di linguaggi. Addentrarsi nel campo significativo delle relazioni che individuano, nelle arti visuali in genere, i luoghi in cui va a depositarsi l’elaborazione discorsiva subìta da un testo consente di riconsiderare in profondità i rapporti tra letteratura e linguaggi audiovisivi, secondo una prospettiva di analisi translinguistica.
La sezione accoglie contributi che, oltre all’aspetto della trasposizione dalla pagina al sistema dei linguaggi audiovisivi o alla mera ricognizione storico-evolutiva dei rapporti tra codici linguistici, indaghino le corrispondenze e le analogie tra differenti pratiche narrative e drammaturgico-spettacolari, sul piano linguistico e formale, proponendo esempi che pongano in relazione gli autori e i testi secondo un'ottica più empirica che teorica.
Gloria Leonardi
«Desidero dimostrare, non come gli uomini considerano il mito, ma come il mito opera nella mente dell'uomo senza che lui ne sia cosciente». (Lévi-Strauss)
Emozioni, pensieri, comportamenti, inconscio, cultura, società, relazioni, uomo, donna, bambino. Un viaggio attraverso la psiche e le società, con le sue relazioni e mutamenti. Un viaggio tra psicologia e antropologia, due terre di confine che l’uomo percorre nella sua incessante ricerca di riconoscersi e conoscere. Una conoscenza fatta di simboli, esperienze e condivisioni dove la realtà dà significato al pensiero e il pensiero rende il suo significato esistenziale alla realtà. Miti e religioni diventano emozioni e giudizio. Un intreccio di storia personale e collettiva con confini che oltrepassano il proprio limite ma che si congiungono in un unico essere: l’Uomo.
Gloria Leonardi - Ospedale privato accreditato Santa Viola, Consorzio Colibrì, Bologna / Upmc Istitute for Health, Chianciano Terme (SI).
Alberto Di Franco, Paolo Tinti e Federica Rossi
La figura del viandante, che esplora i sentieri più incerti, per tentare un recupero autentico della memoria tra le rovine del passato, ci è sembrata l’immagine più adatta per cominciare a ridisegnare una nuova mappa, una sorta di enciclopedia del sapere moderno in grado di tenere insieme letteratura, storia, sociologia e antropologia.
Spazio di molti paradossi, il libro è anzitutto un oggetto, con una forma, un peso e un odore. Frutto della mente dello stampatore e della mano dell’autore, il libro si accosta per sua natura ad altri libri, con cui entra in relazione, e costituisce una biblioteca che mescola al suo interno edizioni antiche e moderne, fogli di appunti e altre carte manoscritte. Quando essa diviene il laboratorio di un intellettuale originale, si trasforma nel luogo privilegiato dove indagare la sua visione del mondo e i suoi pensieri, affidati alle pagine di libri scritti e letti, alle carte che vi si mescolano, ai segni di lettura e di uso depositati nella selva cartacea di una biblioteca d’autore. La sezione ospita scritti dedicati alla bibliografia così come alla biblioteca e alle carte Camporesi, fondo speciale all’interno della Biblioteca “E. Raimondi” del FICLIT, di cui indaga la provenienza, la composizione, la natura bibliografica, gli usi e i più profondi intrecci con l’universo creativo camporesiano.