30-31 Maggio 2021, Giorno 1

Arrivo e primi incontri

 

Atterro a Palermo intorno alle 21 e la mia missione inizia senza intoppi grazie alla calorosa ospitalità della dott.ssa Enza Malatino (psichiatra) e il prof. Antonino Velez dell'Università di Palermo, autore del saggio Le parole dell’interprete: pratiche di mediazione culturale. La serata è segnata da una viva discussione con questi due colleghi, sulle ragioni della migrazione e sui cambiamenti delle modalità migratorie, rese oggi perigliose e sensazionalistiche grazie agli attuali dispositivi di legge e all'operato di certi media. Come già a me noto, negli ultimi decenni, non c’è stato un cambiamento drammatico della proporzione tra persone migranti e persone native, che si assesta come nei decenni passati, sempre intorno al 2.5% della popolazione (su questo punto si veda Abubakar et. al. (2019) in Lancet). Invece, non mi ero mai fermata a riflettere sulle date dei provvedimenti legislativi a livello internazionale riguardanti la libera circolazione di persone. Il fenomeno migratorio in Italia ha avuto la sua prima vera regolamentazione con la legge Martelli (L. 39/90). Questa legge è il primo esempio di programmazione quantitativa dei flussi di ingresso degli immigrati c.d. economici, fissata alla luce delle necessità del mercato del lavoro italiano e mediante il rilascio di un apposito permesso di soggiorno da parte della Questura o di un Commissariato competente. E’ questa legge che per la prima volta prevede una fase repressiva, con disposizioni di carattere penale, nei confronti dei migranti e che disciplina la procedura per l’espulsione degli stranieri “socialmente pericolosi” e degli irregolari. Prima di allora, come testimonia il prof Antonino Velez che per anni, prima di intraprendere la carriera universitaria, è stato traduttore-interprete del Ministero dell’Interno distaccato presso la Polaria dell’aeroporto di Palermo; i controlli venivano fatti all’arrivo dei migranti. Questi generalmente dovevano presentare la VISA, per lo più di tipo turistico, un documento rilasciato dai paesi di origine e dovevano portare con sé un certo quantitativo di denaro per dimostrare di potere mantenersi rispetto ai bisogni di base durante la permanenza in Italia. Se mancavano questi requisiti, erano rimandati immediatamente nel paese di origine dalla stessa polizia aeroportuale e con gli aerei con cui erano arrivati. Il risultato era che un contingente ben minore di immigrati rischiava la vita in mare, i naufragi non esistevano, gli scafisti neppure; non esistevano centri di detenzione, né rimpatri forzati a spese degli stati europei. Ripercorrendo questi fatti, la domanda sorge spontanea: CUI PRODEST il cambiamento legislativo che da 30 anni a questa parte ha introdotto il concetto di reato amministrativo, giacché la limitazione della libertà individuale non è per nessun altro motivo imposta a persone che non hanno compiuto reati?

Dal dialogo con i due colleghi emerge inoltre un altro tema cruciale all'interno del fenomeno migratorio nelle sue caratteristiche odierne: la formazione dei mediatori culturali e degli interpreti linguistici. Professionisti fondamentali nel dialogo interculturale in tutti gli ambiti, da quello sanitario, a quello dell’istruzione e dell’intervento sociale che vanno formati anche alla comprensione delle culture dei paesi di provenienza dei migranti.

Il giorno dopo, alle 11 mi imbarco per Lampedusa. Accompagnata da Carmelo, arrivo nei pressi del centro del paese alle 13 circa. Più tardi mi raggiunge Pasquale per accompagnarmi presso l’abitazione in cui soggiornerò in questi 3 gg, che si affaccia su una maestosa visita del porto vecchio. Nel corso della giornata ho perlustrato i porti e i vicoli, ho scattato alcune foto e ho potuto somministrare alcune interviste per raccogliere dati sul tema de "La percezione del fenomeno migratorio nei luoghi di approdo". Tutte le persone con cui mi interfaccio sono gentili e accoglienti.