Obiettivi e metodologie

Il MemoryLab ha l’obiettivo di valorizzare le più recenti opportunità offerte dai memory studies

  • sia sul piano delle teorie e dei metodi della ricerca, in una prospettiva in primo luogo storica, geografica, antropologica, di storia delle dottrine politiche, ma anche traendo risorse dal contributo di sociologia, psicologia, culturologia, linguistica e semiotica nel delineare il campo e i confini della ricerca; 
  • sia sul piano dell’analisi delle pratiche riguardanti le modalità di rappresentazione, commemorazione e oblio del passato.

Ne consegue una stretta correlazione tra ricerca e indagine empirica.

Il laboratorio adotterà una specifica politica di interdisciplinarietà e si avvarrà delle molteplici competenze nel DiSCi al fine di potenziare e far convergere linee di ricerca di eccellenza già esistenti, impegnate nella comprensione critica di processi, narrazioni e pratiche che investono la definizione e gestione dei territori contesi della memoria, così come nella valorizzazione del patrimonio culturale.

All’adozione di un solido approccio multidisciplinare e di un dialogo transdisciplinare, si affiancherà il metodo dell’intersezione tra insiemi “discliplinari”. Si terrà in conto che le diverse discipline hanno contribuito e contribuiscono in modo differenziato agli studi sulla memoria. 

La pluralità di approcci e metodi presuppone dunque una concezione fortemente collaborativa tra le discipline coinvolte, concepite come sottoinsiemi di una sfera in cui concetti teorici e pratiche non presentano differenze rilevanti, ma al tempo stesso cercano di sottrarsi all’insidia dell’analogia. 

Il MemoryLab – accogliendo suggestioni provenienti dai critical memory studies –  porterà attenzione alle tradizioni o esperienze distinte di studio della memoria (individuale o collettiva, sociale, politico o culturale) anche in termini di contesto nazionale e territoriale, di realtà storica e geografica, di luogo. 

Un aspetto fondamentale sarà quello della relazione della memoria con il discorso pubblico, interrogandosi in particolare sui problemi posti dalla crescente elaborazione di forme di “memoria non ereditaria” delle collettività. 

In una realtà come quella odierna, in cui le memorie risultano sempre più conflittuali, sarà inoltre importante la riflessione sulle eredità del trauma (guerra e violenza, calamità e flagelli, respingimento e spaesamento, ecc.) e sulle potenzialità della memoria performativa e transculturale.