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Francesco Mazzucchelli, Ph.D. è il direttore di Trame - Centro di studi semiotici sulla memoria. È ricercatore (tipo B) presso l'Università di Bologna, presso il CUE, Centro Internazionale di Studi Umanistici "Umberto Eco" e insegna Semiotics of memory e Semiotica degli spazi urbani. Tra le sue pubblicazioni, molte delle quali focalizzate sul rapporto tra memoria e spazialità, il libro Urbicidio. Il senso dei luoghi tra distruzioni e ricostruzioni nella ex Jugoslavia, 2010 e la curatela (assieme a Gruia Badescu e Britt Baillie) Transforming Heritage in the Former Yugoslavia, Palgrave, 2021. La sua ricerca si indirizza principalmente verso le pratiche di riscrittura della memoria urbana e del patrimonio culturale (con un focus specifico sul patrimonio contestato, dissonante e difficile nei Balcani sud-occidentali).

Patrizia Violi è docente Alma Mater all'Università di Bologna. È stata direttrice del "Centro Internazionale di Studi Umanistici Umberto Eco" e di TraMe. Attualmente si occupa di trauma e memoria, soprattutto in relazione ai siti della memoria e ai monumenti. Il suo ultimo libro è "Landscapes of memory. Trauma, Space, History" (2017 Peter Lang).

Cristina Demaria è professoressa associata di Semiotica all'Università di Bologna, dove insegna Semiotics of conflict, Semiotica delle scienze sociali e Gender Studies. I suoi interessi di ricerca sono principalmente incentrati sulle rappresentazioni di genere e sui linguaggi dei media, della televisione e del cinema, a cui si è accompagnato il lavoro sulla memoria culturale, la memoria del post-conflitto e i traumi culturali, con una particolare attenzione alle forme e ai generi della testimonianza e agli spazi e luoghi della memoria. In particolare ha lavorato molto sulle rappresentazioni del trauma nel contesto della post-dittatura in Cile e Argentina. Tra le sue pubblicazioni Semiotica e Memoria (Carocci, 2006) e il volume Post-conflict Cultures: A Reader (CCCP Press, Londra, 2020). 

Anna Maria Lorusso è professore associato di Semiotica all'Università di Bologna, dove insegna Semiotica, Semiotica culturale, Analisi semiotica dei testi giornalistici. È inoltre direttore del Master in Editoria Master in Editoria cartacea e digitale dell'Ateneo di Bologna e Principal Investigator del progetto europeo "Speme - Questioning Traumatic Heritage: Spaces of Memory in Europe, Argentina, Colombia". I suoi interessi di ricerca da sempre vertono sulla dimensione retorico-discorsiva della cultura: forme di narrazioni collettive, figure retoriche dominanti, modalità discorsive di stabilizzazione, cambiamento e traduzione di stereotipi e luoghi comuni. È autrice e curatrice di numerosi libri, i suoi lavori sono stati pubblicati in importanti riviste come VS e Lexia. Tra le sue pubblicazioni Cultural Semiotics: For a Cultural Perspective in Semiotics (Palgrave Macmillan 2015) Postverità. Fra reality tv, social media e storytelling (Laterza, 2018).

Claudio Paolucci è professore associato di Semiotica all'Università di Bologna, dove insegna Semiotica interpretativa, Filosofia del linguaggio, Semiotica della percezione e del corpo, Semiotica del linguaggio musicale e audiovisivo. È coordinatore del programma di dottorato in "Philosophy, Science, Cognition and Semiotics" presso il Dipartimento di Filosofia e Studi della Comunicazione dell'Università di Bologna. Si interessa principalmente di teoria semiotica, scienze cognitive, pragmatismo, teoria dell'interpretazione, filosofia e teoria del linguaggio. Inoltre, è Principal Investigator di due progetti europei (NeMo e Fakespotting), è direttore del Centre for Enactivism and Cognitive Semiotics e coordinatore scientifico del CUE, il Centro Internazionale di Studi Umanistici "Umberto Eco". Il suo ultimo libro è Cognitive Semiotics. Integrating Signs, Minds, Meaning and Cognition (Springer, 2021).

Mario Panico è assegnista di ricerca all'Università di Bologna. Insegna Semiotica visiva all'Istituto Europeo di Design- IED di Roma. Si occupa di temi connessi alla semiotica della memoria e alla rappresentazione del passato traumatico e nostalgico nella cultura contemporanea. Attualmente sta conducendo una ricerca sulle testualizzazioni artistiche delle memorie dei figli, figlie e nipoti dei perpetratori e dei collaborazionisti delle dittature europee. Ha pubblicato contributi scientifici sul rapporto tra monumentalità e conflitto, tra nostalgia e pratiche urbane, tra memorie di famiglia e traduzione intersemiotica. Sta curando la traduzione in italiano di due contributi di Marianne Hirsch e Leo Spitzer (sul rapporto tra postmemoria e nostalgia) e la sua prossima monografia s'intitolerà Nostalgia, Spatial Consolation and Conflict Heritage (Palgrave Macmillan).

Daniele Salerno ha ottenuto il dottorato di ricerca in semiotica presso l’Università di Bologna-Istituto Italiano di Scienze Umane (2009). È attualmente Marie Curie Global Fellow presso l’Università di Utrecht e visiting scholar presso l’Università di Buenos Aires. Nella sua ricerca di dottorato e post-dottorato presso l’Università di Bologna si è occupato dell’elaborazione culturale di terrore e violenza politica, con una particolare attenzione alle forme della memoria culturale. Attualmente si occupa di memoria culturale e attivismo politico - come collaboratore all’interno del progetto ERC “Remembering Activism: The Cultural Memory of Protest in Europe” diretto dalla prof.ssa Ann Rigney - concentrandosi in particolare sull’uso della memoria culturale nell’attivismo LGBTQ tra Europa e America Latina.