Idem et alius

Cultura classica e identità europea: lo sguardo degli altri

«A better understanding of Europe’s cultural and social diversity and of its past will inform the reflection about present problems and help to find solutions for shaping Europe’s future». Questa call di Horizon 2020 (Societal challenges: “Europe in a changing world – inclusive, innovative and reflective societies”) costituisce il principale stimolo alla progettazione di un ciclo di cinque seminari dedicati alla ricezione dell’antichità greco-latina nel mondo contemporaneo: l’obiettivo è fornire un contributo al dibattito, fortemente attuale, sul complesso rapporto tra identità comunitaria (europea) e identità delle singole nazioni. La tradizione classica è stata infatti spesso considerata, in Europa, come un elemento di comunione e continuità, matrice culturale e identitaria trasversale ai diversi stati membri dell’Unione. Un’idea che si riflette – e parallelamente si sostanzia – nel ruolo che l’insegnamento della cultura e delle lingue classiche (greco e soprattutto latino) ha storicamente svolto, e in parte ancora svolge, nella istruzione scolastica di molti stati europei.

Oggi, mentre l’idea stessa di Europa è più in crisi che mai, vogliamo dunque valutare la tenuta dell’equazione cultura classica - identità europea affidandoci a un punto di vista geograficamente e culturalmente esterno, ‘eccentrico’, altro. A tal scopo verranno presi in esame diversi esempi di traduzione e reinterpretazione di opere classiche (greche o latine) all’interno di contesti geografici non europei o collocati alla periferia dell’Europa. La traduzione infatti può essere concepita come lo spazio letterario dell’incontro tra identità e alterità, e si presta, per sua stessa natura, a essere interpretata in senso più ampio, così da comprendere anche fenomeni di riscrittura e trasposizione intersemiotica (passaggio dal medium letterario ad altro medium, come il cinema, o le arti figurative e performative): attraverso questa prospettiva si intende allora esaminare in che misura i classici sono stati impiegati come elemento identitario (o, per converso, antidentitario) rispetto al concetto – in sé problematico – di ‘occidente’.

Il ciclo di conferenze è organizzato dal Centro studi "La permanenza del classico" in collaborazione con ISA - Istituto di Studi Avanzati nell'ambito dell'ISA topic 2019 - Identità: una, nessuna, centomila

 

14 febbraio 2020, ore 11-13 aula II (Dipartimento di Filologia Classica e Italianistica, III piano)

Luciano Bossina (Padova), Gli studi classici in Sud America

 

16 febbraio 2022, ore 15-17 aula I (Dipartimento di Filologia Classica e Italianistica, II piano)

Giorgio Ieranò (Trento), Alle origini della quarta guerra punica: l'immagine di Cartagine tra nazionalismo e fascismo

 

21 aprile 2022, ore 15-17 aula II (Dipartimento di Filologia Classica e Italianistica, III piano)

Tommaso Braccini (Siena), Anabioseis. I “petits Grecs” e le rinascite del mito

 

28 aprile 2022, ore 9-11 aula A (Dipartimento di Filologia Classica e Italianistica, piano terra)

Alessandro Fo (Siena), L’utopia e la storia: Miklós Radnóti di fronte a Virgilio

 

06 maggio 2022, ore 15-17 aula A (Dipartimento di Filologia Classica e Italianistica, piano terra)

Stephen Harrison (Oxford), Catullus outside Europe: versions and translations since 1945