Storia: da laboratorio multidisciplinare a centro di ricerca all’avanguardia

Lo spazio condiviso dove far sbocciare i vostri progetti

Un’avventura partita più di vent’anni fa

Un Centro nato per condividere e ottimizzare risorse umane, tecnico-strumentali ed economiche disponibili per le attività di ricerca biomedica applicata

Nel lontano 2001 fu stipulato un accordo tra Policlinico di Sant'Orsola-Malpighi (oggi IRCCS - Policlinico di Sant'Orsola) e Alma Mater Studiorum di Bologna, che permise a un neonato Centro di Ricerca Biomedica Applicata (CRBA) di stabilirsi nella città dotta.

Qui, tra portici e torri, il laboratorio multidisciplinare dedicato alla ricerca clinica applicata va ampliandosi di anno in anno, coinvolgendo dipartimenti interni all’Università, quali DIMEC,  DIBINEMQUVI FaBiT, e attraendo ricercatori da ogni dove. 

Dal gennaio 2018 la direzione del Centro è passata all’Università di Bologna – la più antica università del mondo occidentale.

Il Centro ha partecipato al riconoscimento della titolarità di IRCCS alla AOU di Bologna come Laboratorio di Facilities a supporto delle Aree soggette a Visita Ministeriale e, nel Marzo 2021, si è certificato secondo le norme UNI EN ISO 9001:2015. 

DIREZIONI E COORDINAMENTO

L'identità del CRBA è andata delineandosi nel tempo grazie all'impulso dato dai professionisti che ne hanno determinato il carattere e valorizzato i punti di eccellenza.

Se oggi il Centro vanta attrezzature, tecnologie e competenze professionali tecnico-scientifiche di eccellenza è grazie alla visione e all'impegno delle Direzioni che lo hanno guidato.

immagine dr. pasquale chieco

PASQUALE CHIECO (2001-2013)

Sinergia e collaborazione come chiave per la ricerca transdisciplinare

 

Prima di essere Direttore, Pasquale Chieco è stato ideatore e fondatore, insieme a Luigi Bolondi, del CRBA. Nel corso della sua direzione, ha sempre agito secondo un preciso obiettivo ispiratore: creare una sinergia di esperienze orientata all’applicazione clinica delle ricerche di laboratorio.

Grazie al suo impulso molti laboratori di ricerca, sia ospedalieri che universitari, hanno fin dall’inizio aderito a questo progetto condividendo spazi, strumentazione e know-how.

Con queste premesse il CRBA è diventato in breve tempo un centro di ricerca multidisciplinare in grado di facilitare le interazioni tra ricercatori biomedici e a promuovere le competenze sociali (transferable skill) dei giovani studenti.

Nei primi 12 anni di attività, il CRBA ha ottenuto circa 9 milioni di euro in finanziamenti nazionali e internazionali, vi hanno lavorato più di 400 tra ricercatori e professori da 93 differenti gruppi di ricerca, con la produzione di oltre 250 pubblicazioni scientifiche che hanno portato a un impact factor di circa 1600.

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VILMA MANTOVANI (2013-2018)

Nuovo impulso all'innovazione tecnologica e all'allargamento disciplinare

L’impegno di Vilma Mantovani si è concentrato nell’avviare collaborazioni con tipologie di gruppi di ricerca progressivamente sempre più ampie, favorendo ancor di più le interazioni tra i ricercatori. La sua Direzione si è distinta per il supporto dato all’innovazione tecnologica e strumentale, nel costante rispetto dello spirito fondante del CRBA. Vilma Mantovani si è quindi dedicata al trasferimento in diagnostica avanzata delle attività di ricerca applicata sviluppate al Centro, soprattutto negli ambiti della genetica molecolare e della spettrometria di massa.

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PAOLO CARACENI

Un nuovo modello amministrativo e gestionale

Coordinatore del Comitato Scientifico del CRBA dal 2014 al 2018, Paolo Caraceni ha agito nel pieno rispetto dei principi fondanti del Centro, sia impegnandosi nella valorizzazione delle interazioni tra ricercatori di diverse aree scientifiche sia supportando l’innovazione tecnologica del laboratorio.

Il principale risultato di questo impegno è rappresentato dalla progettazione e realizzazione del nuovo modello amministrativo e gestionale del laboratorio, grazie al quale il CRBA, nato come struttura dell’Azienda Ospedaliera-Universitaria Policlinico Sant’Orsola-Malpighi di Bologna, è diventato Centro di Ricerca dell’Alma Mater Studiorum Università di Bologna.