Centro

“Il viaggio non finisce mai. Solo i viaggiatori finiscono. E anche loro possono prolungarsi in memoria, in ricordo, in narrazione […] Bisogna vedere quel che non si è visto, vedere di nuovo quel che si è già visto, vedere […] l’ombra che non c’era. Bisogna ritornare sui passi già dati, per ripeterli, e per tracciavi a fianco nuovi cammini. Bisogna ricominciare il viaggio. Sempre. Il viaggiatore ritorna subito”.

José Saramago, Viaggio in Portogallo

 

IL CESTRIELL promuove la ricerca (di base; sul campo; Ricerca-Azione) in merito a tematiche relative:

  • ai processi apprenditivi nelle organizzazioni complesse, con particolare riguardo ad oggetti di ricerca inerenti all’educazione permanente e alle sue interconnessioni con il mondo del lavoro;
  • alla certificazione delle competenze degli adulti (acquisite in contesti universitari, lavorativi, e informali);
  • ai processi di lifelong/lifedeep learning e di empowerment, con un’attenzione particolare verso le differenze di genere.

Il Cestriell opera in stretta sinergia con altri gruppi di ricerca universitari, enti nazionali ed internazionali al fine di consolidare reti e collaborazioni interdisciplinari tra studiosi/e ed esperti/e in vari settori dell’educazione permanente. Propone, inoltre, attività formative per adult learners che desiderano continuare ad “imparare ad imparare” in modo efficace e permanente, nel corso della vita.

Riflessioni libere, dal Centro

È indubbio che nelle Agende politiche dei diversi Paesi dell’Unione Europea (UE) sia palese una diversità di approccio sia nei confronti dell’apprendimento adulto sia dello specifico target dell’educazione permanente, o in età adulta (EDA) – o per meglio dire, un’educazione e una formazione ‘lungo tutto il corso della vita’ - poiché tali costrutti vengono tradotti e concepiti, sovente, in modo assai differente: tanto a livello delle politiche attuate quanto a livello delle prassi. Sulla base di questa constatazione, molte sono le domande che rimangono ancora aperte e a cui trovare risposte adeguate, ma tra queste alcune emergono con più urgenza: quelle legate al gender gap, per esempio, o al riconoscimento e alla certificazione delle competenze (ovvero competenze non formali e informali), oppure quelle in merito a ‘un’alternanza scuola-lavoro’ di qualità e garantita anche in termini di legalità, tutela e sicurezza sul lavoro.

Molte sono le domande aperte, si è detto, e appaiono ancora più cruciali in questo tempo di ‘crisi’ (sociale, economica, valoriale e dei principi del vivere civile), in cui sembrano vacillare anche quei principi fondativi che rendono la società stessa coesa, solidale, democratica e pacifica. Una società che immaginiamo e vorremmo inclusiva, plurale e rispettosa dei diritti umani fondamentali di tutti e di ciascuno, a partire dal diritto all’istruzione, alla libertà e a una vita dignitosa: in una parola, una società garante del ‘diritto di avere dei diritti’, per riprendere un pensiero caro ad Hannah Arendt, perché come la stessa Arendt insegna (e non è la sola) i diritti non vanno mai dati per scontati, pena la probabilità di perderli.

Un altro tema cogente è il ‘come’ valorizzare il portato della storia e dell’evoluzione dell’EDA: importante sia per la ‘memoria collettiva’ sia per riconoscere il valore di quei movimenti di promozione dell’educazione degli adulti (permanente e continua) che si sono sviluppati nei diversi Paesi dell’UE e a livello internazionale. Ancora, come riconoscere e valorizzare il portato di questi ultimi in quanto tali e, insieme, come porli in dialogo con altri e più recenti movimenti di pensiero critico-costruttivo. Da un lato sono movimenti che si distinguono per le loro valide istanze, contribuendo a delineare la ‘memoria storica’ di un’epoca, con le loro lotte significative (tra cui quelle per l’accesso a un’istruzione di qualità o per il diritto a un salario equo; quelle per attivare processi di empowerment sociale dal basso per ridurre lo sfruttamento lavorativo e per favorire la coscientizzazione di donne e uomini con bassa scolarità, o analfabeti, solo per fare alcuni esempi) dall’altro lato possono ancora far riflettere e fornire utili stimoli per ‘ripensare’ l’educazione permanente nel presente, con le sue potenzialità, seppure tra molti vincoli qui appena accennati (ma che sembrano rallentare le ‘scelte’ da compiere nel futuro, sapendo che bisognerebbe iniziare da ‘adesso’, senza più ritardi).

Infine, sarà possibile adottate e co-progettare politiche sempre più concertate, condivise e aderenti ai reali bisogni formativi delle persone (nelle diverse età della vita)? E tutto questo sarà possibile non solo a livello locale o nazionale ma anche a livello internazionale, nel quadro di una ‘società complessa, multiculturale e globale’? Domande queste, tra molte possibili, che nello stato dell’arte dell’educazione permanente in Italia rimangono ancora aperte. Continuano a riguardare questioni annose che, tuttavia,  vengono affrontate e discusse nell’attuale dibattito internazionale da studiosi e ricercatori impegnati in vari campi di studio, prestando un’attenzione particolare ai lavori e ai documenti ‘di orientamento’ più avanzati e lungimiranti: dall'Agenda 2030 delle Nazioni Unite (ONU, 2015) con i suoi 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) alle decisioni proposte dall’UNESCO, dai lavori svolti nelle differenti istituzioni dell’UE a quelli di altri autorevoli Centri di Ricerca che si occupano tanto di sviluppo sostenibile (ecoclimatico e sociale) quanto di ben-essere, non meno che di transizione digitale e di impatto della cosiddetta ‘Intelligenza Artificiale’ nelle nostre società (almeno sul piano tecnologico, tecno-economico, etico e antropologico), solo per riportare alcuni esempi. Un campo di studi quello dell’educazione permanente e continua che, come si evince, è a forte carattere interdisciplinare, per vocazione: come interdisciplinare e articolato è il lavoro svolto dal gruppo di ricercatori e docenti che operano attivamente nel Cestriell, anche grazie ad interessanti collaborazioni e partnership nazionali ed internazionali.

Fonti:

EAEA (European Association for the Education of Adults) (2019). Manifesto for adult learning in the 21st century: The power and joy of learning. Brussels: EAEA. Retrieved 12 April 2024 from
https://eaea.org/wp-content/uploads/2019/04/eaea_manifesto_fnal_web_version_290319.pdf

ICAE (International Council for Adult Education) (2020). Adult Learning and education (ALE): Because the future cannot wait. Contribution of the International Council for Adult Education (ICAE) to UNESCO’s Futures of Education initiative. Belgrade: ICAE. Retrieved 12 April 2024 from
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UIL (2016). The impact of adult learning and education on health and well-being, employment and the labour market, and social, civic and community life. 3rd Global Report on Adult Learning and Education (GRALE 3). Hamburg: UIL. Retrieved 17 April 2024 from https://unesdoc.unesco.org/ ark:/48223/pf0000245913

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UIL (2020). Embracing a culture of lifelong learning: Contribution to the Futures of Education initiative. Hamburg: UIL. Retrieved 12 April 2024 from https://unesdoc.unesco.org/ark:/48223/pf00003741 12

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