...Immagini, gli stereotipi e lo stigma collegati alla malattia e al decadimento fisico influenzano in modo consapevole o meno, i nostri comportamenti e le nostre le emozioni, le nostre idee e convinzioni, dunque, la nostra rappresentazione della vita...
Data: 11 DICEMBRE 2017 dalle 9:00 alle 19:00
Luogo: Aula Magna - Dipartimento di Scienze dell’Educazione, Via Filippo Re 6 - Bologna
Tipo: Convegno
In un tempo scandito dalla performatività e dall’accelerazione dei ritmi di vita, segnato dalla complessità e dalla precarietà del vivere quotidiano, la rappresentazione sociale della malattia e del dolore oscillano tra la spettacolarizzazione nella sfera pubblica (sugli schermi televisivi, sulle pagine dei quotidiani) e la rimozione in quella privata, culturale, politica. Tuttavia, le immagini, gli stereotipi e lo stigma collegati alla malattia e al decadimento fisico influenzano in modo consapevole o meno, i nostri comportamenti e le nostre le emozioni, le nostre idee e convinzioni, dunque, la nostra rappresentazione della vita. Eppure, andando oltre l’illusione di un efficientismo inesauribile, sappiamo bene che la salute e la malattia punteggiano inevitabilmente l’esistenza di ciascuno di noi e soltanto attraverso una loro piena comprensione, da un punto di vista multi-prospettico è pensabile una cultura della salute e della prevenzione non disgiunta da una progettazione esistenziale autentica: capace di contrastare in modo critico tanto il desiderio della rimozione (nei confronti del dolore e delle malattie) quanto l’indifferentismo nei confronti della fragilità umana. Secondo questa prospettiva, molto prossima all’approccio sviluppato dalle Medical Humanities, pensare a un galateo della sofferenza da parte dei professionisti della cura significa pensare a un nuovo modo di relazionarsi all’utente, al paziente e ai suoi familiari. Un modo o, meglio, un’inclinazione fondata sull’aver cura di costruire una relazione significativa con l’altro e con il mondo: una relazione caratterizzata da impegno etico e responsabilità deontologica.
Su tali questioni, che verranno affrontate da differenti prospettive disciplinari, si confronteranno esperti e studiosi italiani e stranieri che da anni svolgono ricerche in questo campo. Pertanto, il Convegno è rivolto a studenti, dottorandi e professionisti della cura (medici, infermieri, pedagogisti, care giver) che intendano riflettere e discutere da un lato sul ruolo cruciale svolto dalla relazione di cura, da cui dipende larga parte dell’efficacia dell’intervento terapeutico: si tratta, infatti, di una relazione significativa co-costruita insieme al malato che prima di essere un paziente è soprattutto una persona, nella globalità delle sue dimensioni fisica, psichica, emozionale, immaginativa. Dall’altro lato sulle differenti tipologie del consiglio terapeutico veicolato dai professionisti della cura in momenti diversi del processo curativo.
La pratica del consiglio accompagna ogni intervento sia quando è indirizzato alla società nell’illustrazione dei corretti stili di vita sia che entri a far parte della vera e propria cura. Ogni medico sa che la sua azione persuasiva è di fatto il punto di svolta della cura, perché permette al malato di
stabilire la giusta prospettiva mentale rispetto al percorso che deve intraprendere. Esiste una credibilità personale del medico nell’attivare i percorsi persuasivi che portano il paziente a considerare le sue parole come l’indispensabile accompagnamento al farmaco. D’altra parte il dialogo medico-paziente ha un’etichetta stabilita non tanto nei comportamenti esterni, ma nell’orientamento reciproco che non confonde i ruoli ed anzi esalta la prerogativa umana dell’atto terapeutico.
Ebbene, in che cosa si manifesta il consiglio di un medico? In primo luogo, nella esplicitazione dell’argomento di consolidamento che frena le pratiche di automedicazione, scoraggia l’esibizione e l’applicazione della medicina di Wikipedia, non cede di fronte all’esibita competenza degli ipocondriaci, ma sa spaventare gli inguaribili ottimisti profeti del “tanto io non mi ammalo mai”. E poi il consiglio comprende la capacità di parlare ad ogni paziente in modo plurimo ma non contraddittorio in quanto di ognuno si individua la differente cultura, sensibilità, età e capacità di tenuta psicologica.
Comitato scientifico
Gian Mario Anselmi (Alma Mater Studiorum-Università di Bologna), Margherita Arcieri (Presidente A.I.D.M. Sezione di Bologna), Guido Biasco (Alma Mater Studiorum-Università di Bologna), Bruno Capaci (Alma Mater Studiorum-Università di Bologna), Massimo Ciavolella (University of California, Los Angeles, USA), Patrizia de Mennato (Università degli Studi di Firenze), Paola Desideri (Università degli Studi di Chieti-Pescara), Liliana Dozza (Università degli Studi di Bolzano- Brixen), Carla Faralli (Alma Mater Studiorum-Università di Bologna), Marina Farinelli (Coordinatrice S.I.M.P. Sezione di Bologna), Franco Frabboni (Alma Mater Studiorum-Università di Bologna), Manuela Gallerani (Alma Mater Studiorum-Università di Bologna), Enzo Neppi (Université Grenoble Alpes), Franca Orletti (Università di Roma TRE), Maria Załeska (University of Warsaw).
Comitato organizzatore
Manuela Gallerani (Responsabile scientifico), Gian Mario Anselmi (Presidente del Centro di Medical Humanities dell’Ateneo di Bologna), Roberta Caldin, Maurizio Fabbri, Raffaele Milani (Alma Mater Studiorum-Università di Bologna)
PROGRAMMA
Lunedì 11 dicembre 2017
Aula Magna - Dipartimento di Scienze dell’Educazione, Via Filippo Re 6 – Bologna
9.00 Saluti istituzionali
Roberta Caldin, Presidente della Scuola di Psicologia e Scienze della Formazione
Luigi Guerra, Direttore del Dipartimento di Scienze dell’Educazione “G.M. Bertin”
Giancarlo Pizza, Presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri della Provincia di Bologna
9.25 Intervento d’indirizzo - Manuela Gallerani, Gian Mario Anselmi (Alma Mater Studiorum- Università di Bologna): La cura educativa e il consiglio
9.50 Prima sessione. Introduce e presiede Carla Faralli (Alma Mater Studiorum-Università di Bologna) Marina Farinelli (Medico), Affetti e relazioni: radici neurobiologiche
Margherita Arcieri (Medico), Approccio e relazione tra geriatra e paziente anziano
Maria Załeska (University of Warsaw), Il consiglio (s)cortese: fra il detto e il non detto
11.00 Coffee break
11.15 Seconda sessione. Introduce e presiede Manuela Gallerani (Alma Mater Studiorum-Università di Bologna)
Paola Desideri (Università di Chieti-Pescara), Il balsamo della parola: forme e pratiche linguistiche del discorso terapeutico
Franca Orletti (Università di Roma TRE), La costruzione congiunta della diagnosi
Mariapia D’Angelo (Università di Chieti-Pescara), L’interazione medico-paziente mediata a distanza: sull’analisi conversazionale applicata al Telephone Medical Interpreting
12.15 Discussione, introdotta e presieduta da Guido Biasco (Alma Mater Studiorum-Università di Bologna), Linguaggio e significato delle parole nella relazione medico e paziente in situazioni critiche
13.15 Pausa pranzo
15.00 Terza sessione. Introduce e presiede Maurizio Fabbri (Alma Mater Studiorum-Università di Bologna) Massimo Ciavolella (UCLA, Centre for Medieval and Renaissance Studies), Curare il corpo, persuadere la mente: il rapporto tra malinconia e nostalgia nella cultura rinascimentale
Manuela Gallerani (Alma Mater Studiorum-Università di Bologna), Tra il dire e il fare: la responsabilità etica nelle relazioni di cura
Enzo Neppi (Université Grenoble Alpes), L’invalidità, fra esclusione e cura, nel mondo classico. Il caso di Filottete
Micaela Castiglioni (Università degli Studi di Milano-Bicocca), “Glielo dico per il suo bene...”
16.30 Coffee break
16.50 Quarta sessione. Introduce e presiede Gian Mario Anselmi (Alma Mater Studiorum-Università di Bologna)
Bruno Capaci (Alma Mater Studiorum-Università di Bologna), “Dottore, lei che cosa mi consiglia”. La persuasione nel dialogo fra medico e paziente
Dina Guglielmi (Alma Mater Studiorum-Università di Bologna), I rischi psicosociali del lavoro di cura. Come monitorarli per promuovere relazioni e prestazioni efficaci
Patrizia Fughelli, Maurizio Zompatori (Alma Mater Studiorum-Università di Bologna), L’appello dell’uno all’altro
18.00 Discussione
18.35 Chiusura lavori, Manuela Gallerani