Il primo volume dell’Année Philologique, fondata a Parigi da Jules Marouzeau (1878-1964), copriva la bibliografia degli anni 1924-1926 e si proponeva di proseguire il precedente Dix Années de Bibliographie Classique dello stesso Marouzeau, relativo al periodo 1914-1924, attraverso la regolare pubblicazione di volumi che comprendessero la bibliografia dell’annata precedente.
Questo ambizioso progetto costituiva il proseguimento di una tradizione prestigiosa, che contava su preziosi strumenti bibliografici per l’antichità greca e latina, come la Bibliotheca Scriptorum Classicorum di W. Engelmann e E. Preuss, la Bibliotheca Scriptorum Classicorum et Graecorum et Latinorum di R. Klussmann e la Bibliographie de l’antiquité classique di S. Lambrino. Dall’altro lato, era espressione dell’esigenza diffusa di rinnovare la cooperazione internazionale nell’àmbito degli studi classici, interrottasi col sopraggiungere della guerra, e di dare dunque vita a uno strumento da tutti condiviso.
Alla morte di Marouzeau, la direzione dell’Année Philologique passò a Juliette Ernst (1900-2001), fin dall’inizio figura fondamentale per la realizzazione del progetto: in un primo tempo, infatti, nella sua casa parigina, lei sola si occupava di redigere l’APh, in piccole schede manoscritte. Sotto il suo impulso, fu avviato un felice processo di decentramento, grazie alla nascita di altre redazioni - tra le quali, a partire dal 1996, quella italiana (CIAPh) – che costituirono una rete internazionale, in grado di produrre il volume annuale e la banca dati on-line.
L’aumento crescente dei materiali da recensire comportò, alla metà degli anni Novanta, un forte ritardo nella redazione dei volumi, tale da mettere a rischio l’intera impresa bibliografica. Queste difficoltà, tuttavia, furono superate grazie alla completa informatizzazione del lavoro di produzione – e, ad oggi, di fruizione – della bibliografia, grazie al programma AnPhil, sviluppato da Richard Goulet. L’ultimo volume compilato con i metodi tradizionali fu il LXV del 2001, dedicato alla memoria di Juliette Ernst.
Per ulteriori approfondimenti sulla storia dell’Année Philologique si rimanda a F. Montanari, L’«Année Philologique» e il «Centro Italiano» (CIAPh). L’informazione bibliografica dal XX al XXI secolo, «Eikasmos» XVII (2006), 461-472.