Abstract
La sanità pubblica in Italia dal secondo dopoguerra a oggi nei suoi aspetti politici ed istituzionali, senza trascurare la politica per la ricerca sanitaria (o la sua assenza, come testimonia la "fabbrica della penicillina") e l'azione amministrativa, spesso assai debole nella gestione delle grandi innovazioni (vedi, ad esempio, il caso della vaccinazione antipolio o il disastro della talidomide). Sullo sfondo delle varie fasi di sviluppo politico, economico e istituzionale della nazione, Taroni analizza la struttura e il finanziamento delle istituzioni sanitarie italiane: la rapida espansione e la lenta disgregazione del sistema mutualistico; lo sviluppo e la crisi di quello ospedaliero; l'istituzione del Servizio Sanitario Nazionale; le riforme degli anni '90, culminate con la riforma del Titolo V della Costituzione. Tra elementi di continuità sul fronte delle istituzioni (inclusi quelli con il regime corporativo fascista inaugurato con la Carta del Lavoro del 1927) e momenti di rottura, dalla grande riforma del 1978 alle successive riforme e controriforme, emerge un affresco delle politiche sanitarie pubbliche in Italia, fondato anche su una puntuale analisi comparativa con il National Health Service britannico e con il sistema americano.
Indice
Prologo
1. La sanità alla fine della guerra
2. L'odissea di una riforma mancata
3. La sanità al tempo delle mutue
4. Uno sguardo trasversale: gli ospedali in Italia, 1943-1975
5. Polio, talidomide ed altri disastri
6. L'illusione riformista
7. Una riforma difficile da evitare
8. L'istituzione del Servizio Sanitario Nazionale
9. Il disfarsi di una riforma
10. La riforma della riforma
11. Fra competizione e integrazione
12. Tempo moderni
Appendice