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Il Centro al Tecnopolo Rimini

CIRI Fonti Rinnovabili, Ambiente, Mare ed Energia: la ricerca a fianco delle imprese


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In foto: il Tecnopolo di Rimini
il Tecnopolo di Rimini
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 5 minuti
ven 13 nov 2020 08:44 ~ ultimo agg. 16 apr 15:17
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Centri specializzati, con competenze qualificate ed alta tecnologia, per accompagnare le imprese del territorio in una transizione verso la sostenibilità sempre più necessaria. Il CIRI FRAME è uno dei due Centri Interdipartimentali di Ricerca Industriale che agiscono al Tecnopolo di Rimini: la sigla sta ad indicare l’ambito di interesse della ricerca: Fonti Rinnovabili, Ambiente, Mare ed Energia.

La mission del CIRI FRAME è di sviluppare e trasferire tecnologie e metodi innovativi per il controllo della qualità ambientale e la gestione delle risorse naturali in diversi settori: dalle fonti energetiche rinnovabili a sistemi, prodotti, processi produttivi ed attività antropiche; monitoraggio dell’inquinamento ambientale e studio di iniziative di risanamento; valorizzazione delle risorse del mare, Ottimizzazione dell’uso di materia ed energia.

Le competenze del CIRI FRAME

il professor Passarini

Direttore del CIRI FRAME di Rimini è il professor Fabrizio Passarini, professore associato al Dipartimento di Chimica Industriale dell’Università di Bologna, Vicepresidente della Divisione di Chimica dell’Ambiente e dei Beni culturali, Società Chimica Italiana e membro del Comitato Scientifico di Ecomondo.

Il professor Passarini ci racconta l’attività del Centro di Rimini a partire dalle risorse professionali: “Nelle attività del nostro CIRI al Tecnopolo di Rimini attualmente sono coinvolte dieci unità di personale strutturato: docenti e ricercatori dell’Università di Bologna. A questi si aggiungono una decina di giovani titolari di assegno o dottorato di ricerca e diversi tirocinanti.

Essendo docenti e ricercatori afferenti ai Dipartimenti di Chimica Industriale “Toso Montanari” e di Chimica “Ciamician”, le competenze riguardano prevalentemente l’applicazione di tecnologie chimiche alla caratterizzazione ed al trattamento di matrici industriali o ambientali, allo scopo di recuperare materia ed energia; ricerche in campo cosmetico, riguardanti la sintesi e la formulazione di nuovi prodotti anche derivanti dal riciclo di scarti di origine agroindustriale; la caratterizzazione della contaminazione di diverse matrici ambientali o industriali”.

Siamo anche in grado di realizzare modelli per il calcolo degli impatti ambientali, seguendo la prospettiva del “ciclo di vita” (LCA, Life Cycle Assessment) e di descrivere i flussi di materia nelle diverse filiere produttive e nelle cosiddette “miniere urbane”, applicando la metodologia MFA (Analisi dei Flussi di Materia)”.

Imprese e impatto ambientale

Proprio quello delle valutazioni dell’impatto ambientale per le attività dell’aziende è un ambito sempre più importante nell’attività del Centro.

Dal punto di vista delle imprese, credo che sia particolarmente importante avere un quadro valutativo chiaro dei propri impatti ambientali, perché se non si conosce il punto da cui si parte, non si possono confrontare le proprie performance rispetto ad aziende simili e non si possono nemmeno impostare azioni significativamente migliorative. Inoltre, intervenire sulle cause di maggior impatto, quali la produzione di rifiuti ed il consumo energetico, può rappresentare un impegno decisivo proprio in questo momento di crisi economica: si tratta di un fattore non solo importante sul piano dell’immagine esterna, perché si può mostrare di essere sensibili al tema dello sviluppo sostenibile, ma anche un significativo elemento di competitività, perché a queste azioni si associa solitamente, una volta arrivati a regime, una diminuzione di costi ed un aumento del valore dei propri prodotti”.

Le valutazioni ambientali delle aziende stanno conoscendo un crescente interesse, ma sono ancora molte le imprese che non dispongono di una conoscenza dettagliata dei propri impatti, con la conseguenza che se anche intraprendono azioni virtuose di miglioramento, tuttavia non sempre colgono gli ambiti dove l’esigenza è maggiore e rischiano di realizzare investimenti poco efficaci. Inoltre, senza questa “fotografia” ad alta risoluzione, oltre a non poter confrontare le proprie performance nel proprio settore, è impossibile misurare la competitività della propria attività sul mercato”.

Progetti su diversi campi

Sono diversi i progetti che vedono impegnato oggi il CIRI FRAME di Rimini insieme alle aziende del territorio.

Alcuni progetti nei quali siamo coinvolti in questo momento riguardano la caratterizzazione ed il recupero di un materiale che si chiama “biochar” e deriva da un trattamento della biomassa volto a sequestrare il carbonio, in un’ottica di fertilizzazione dei suoli e di riduzione delle emissioni di gas serra; questi progetti sono portati avanti anche in collaborazione con aziende del comparto agroindustriale”.

Un altro progetto, molto legato all’attualità, concerne lo studio e la realizzazione di un nuovo materiale verniciante fotocatalitico per contrastare la diffusione di SARS-CoV-2 in locali pubblici e privati. “Questa ricerca ci vede collaborare con un’azienda del territorio riminese, il Colorificio MP, che ha già intrapreso assieme a noi percorsi di valutazione della sostenibilità dei propri prodotti, calcolandone l’impronta ambientale, per dirigersi verso una produzione sempre più ecocompatibile.

Assieme ad un’altra importante realtà territoriale, Romagna Acque, abbiamo inoltre attivato uno studio sul nesso tra acqua ed energia, considerando che questa azienda è coinvolta nell’erogazione di entrambe le risorse. Dalla comprensione di quanta energia sia associata alla fornitura idrica, e, dalla prospettiva opposta, quanta acqua venga consumata per la produzione dell’energia da diverse fonti (rinnovabili o meno), sarà possibile orientare scelte strategiche future, sia industriali che amministrative”.

Infine, un progetto in collaborazione con un’azienda del settore della moda, in particolare del distretto calzaturiero di San Mauro Pascoli, volto ad implementare azioni di economia circolare su un’attività aziendale ed estenderle poi all’intera filiera. “Stiamo lavorando per replicare lo stesso approccio ad altre aziende del comparto moda, di cui osserviamo un sempre più deciso orientamento, anche a livello internazionale, verso iniziative di maggiore sostenibilità”.

Confronto e approfondimento

Altro canale di impegno, nell’ambito delle attività del Tecnopolo, è quello di informazione, confronto e aggiornamento con gli altri attori del settore. Negli anni scorsi sono stati promossi incontri e conferenze pubbliche. Un percorso che, con modalità ovviamente riviste, continua.

Oggi purtroppo l’emergenza sanitaria ha molto rallentato l’offerta di approfondimenti culturali e formativi sul territorio. Si pensi che persino una Fiera internazionale come Ecomondo ha dovuto convertire la manifestazione completamente in digitale, anche se in questo modo si sono in realtà ampliate le opportunità di seguire i numerosi seminari formativi organizzati dal Comitato Tecnico Scientifico”.

Lo stesso Passarini ha introdotto il 29 settembre un Webinar sull’Economia circolare, organizzato da CIFLA, Clust-ER Greentech, Laboratorio Aperto di Ravenna, Tecnopolo di Ravenna, Tecnopolo di Rimini.

In un altro recente webinar promosso dalla Società di Chimica Italiana, sul tema “LCA ed industria chimica: un approccio globale per valutare la sostenibilità dei processi”, Passarini ha parlato di “Valutazione del ciclo di vita come strumento per analizzare e migliorare la sostenibilità delle aziende”, proprio per promuovere gli strumenti per il monitoraggio delle performance ambientali.

Componenti del CIRI FRAME sono intervenuti in un webinar promosso da Cosmetica Italia (Associazione delle Industrie Cosmetiche) sul tema ‘La gestione delle acque reflue industriali possibili interazioni con i centri di ricerca industriale dell’Università di Bologna’. “L’evento – spiega Passarini – ha dato l’avvio ad un’interlocuzione con alcune imprese del mondo della cosmetica, nell’ambito della depurazione delle acque industriali”.

L’impegno nel tenere stretto il rapporto con le imprese resta prioritario, anche e soprattutto in questo momento: “Nei prossimi mesi, a situazione sanitaria invariata, si pensa di proseguire nell’organizzazione di queste iniziative, anche in collaborazione con UniRimini e con altri gruppi di ricerca attivi nel Tecnopolo riminese, con l’obiettivo di mantenere un contatto con le realtà produttive, sfruttando le possibilità di collegamento telematico per raggiungere un maggior numero di utenti interessati”.

Sfide non rinviabili

La transizione energetica, l’economia circolare, l’analisi degli impatti ambientali. Tante sfide accomunate dalla loro urgenza.

Sono molto d’accordo sul fatto che siano sfide non più rinviabili: dobbiamo agire adesso per far fronte, mediante azioni di economia circolare, al rapido esaurimento di alcune risorse fondamentali per il nostro futuro. Non solo le risorse fossili, ma anche alcuni elementi critici utilizzati in moltissimi dispositivi hi-tech, oltre al carbonio e ai nutrienti di cui si stanno depauperando i nostri suoli. Fino alla crescita incontrollata ed ingestibile di rifiuti urbani e residui industriali che determinano effetti ecologici molto pesanti, pensiamo in particolare alle plastiche in ambiente marino, al rilascio di sostanze in grado di alterare il clima e modificare la composizione chimica dei diversi comparti ambientali”.


Per saperne di più:

www.tecnopolorimini.it

Via Dario Campana, 71 Rimini
0541/21847

centri.unibo.it/frame/it

www.unirimini.it

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